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Museo Etrusco, torna a splendere l’urna di Monte Abatone

Last Updated on 20/10/2021

L’urna di Monte Abatone è uno dei reperti più emblematici delle collezioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, raffigurante una donna etrusca vissuta oltre 2500 anni fa. Risale alla seconda metà del VI secolo a.C. ed è particolarissima nel suo genere…

Torna a splendere l’urna di Monte Abatone

Torna a splendere, dopo un delicato e complesso intervento di restauro realizzato dalla ditta DE.CO.RE con il coordinamento del Servizio Restauro del Museo, uno dei reperti più emblematici delle collezioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, raffigurante una donna etrusca vissuta oltre 2500 anni fa.

Un’urna cineraria in terracotta risalente alla seconda metà del VI secolo a.C.

È un’urna cineraria in terracotta risalente alla seconda metà del VI secolo a.C., particolarissima nel suo genere. Questa raffigura una figura femminile distesa su un kline, l’antico letto conviviale su cui si distendevano gli invitati ai banchetti. Doveva con molta probabilità contenere i resti di una donna etrusca dell’alta società, vissuta e morta nell’antica Caere, l’attuale Cerveteri. Nella sua fattezza sontuosa e ricercata restituisce un’immagine molto precisa di come amavano essere rappresentate le donne del tempo. Accessori curati e gioielli vistosi denotano lusso e desiderio di esibire il proprio status sociale.

Come ammirare l’opera

Un’opera particolarmente fragile e lacunosa, ricomposta da diversi frammenti e per questo bisognosa di uno specifico e rinnovato intervento di restauro per garantire la sua conservazione e una migliore fruizione da parte del pubblico, anche alla luce delle movimentazioni necessarie nell’ambito di possibili esposizioni temporanee. In esclusiva nei giorni di giovedì 21 e martedì 26 ottobre, negli orari 12.00 e 16.00, l’opera sarà visibile fuori dalla sua vetrina nella Sala della Fortuna con possibilità di scoprire dettagli del restauro a cura della funzionaria restauratrice Miriam Lamonaca e delle restauratrici della ditta DE.CO.RE che hanno curato l’intervento.

Il restauro è stato possibile grazie al contributo di Q8

Il restauro è stato possibile grazie al contributo di Q8, una partnership coerente con la missione del museo che ha tra i propri obiettivi non solo la tutela, la valorizzazione e l’accessibilità del patrimonio culturale di propria competenza, ma anche il coinvolgimento attivo della comunità, dei cittadini e lo sviluppo di stretti legami con il territorio, incoraggiando così la formazione di comunità patrimoniali nello spirito indicato dalla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro 2005).

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