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Alessandra Mastronardi è Carla Fracci nel film sulla più grande étoile italiana di sempre

Il talento, il coraggio e la determinazione di una donna che ha saputo inseguire e raggiungere i più grandi obiettivi professionali e personali. Proiettato al cinema dall’8 al 10 novembre, in onda su Rai1 il 5 dicembre, “Carla” è il primo film sulla più grande etoile italiana. Prodotto da Rai Fiction e Anele, è liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci “Passo dopo passo – La mia storia”, Mondadori.

Proiettato al cinema per un evento speciale dall’8 al 10 novembre, in onda su Rai1 il 5 dicembre, “Carla” è il primo film sulla più grande etoile italiana. Prodotto da Rai Fiction e Anele, è liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci “Passo dopo passo – La mia storia” (Mondadori).

La produzione si è avvalsa della consulenza della stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro collaboratrice storica Luisa Graziadei. La Rai ha commissionato infatti il progetto prima della scomparsa dell’artista, avvenuta il 27 maggio 2021. Un’occasione unica di conoscere la vita dell’etoile che il New York Times nel 1981 ha definito prima ballerina assoluta, allieva alla Scala nel 1946, diplomata nel 1954 e prima ballerina nel 1958. Ed è la prima volta che gli spazi del prestigioso teatro milanese vengono concessi a una produzione fiction.

La modernità di una donna, nel suo percorso umano e professionale.

“Quando ci siamo viste mi disse che le sarebbe piaciuto che la mia interpretazione mostrasse la forza con cui ha affrontato la vita.”

Alessandra Mastronardi

Protagonista la ballerina, ma soprattutto la donna: dal dopoguerra, con una Carla bambina, agli anni ‘50-’60, dove ritroviamo una Fracci giovane donna. Un film che alterna il racconto del successo professionale a quello della sua vita privata. E come filo conduttore la forte emancipazione di una donna che ha coltivato il talento senza rinunciare alle gioie personali. Carla Fracci, infatti, seppe difendere l’indipendenza delle proprie scelte diventando madre all’apice della sua carriera, in contrasto con la convinzione dell’epoca dell’incompatibilità dei ruoli di ballerina e madre.

“Da questo evento nasce la scelta nel film di raccontare la sfida proposta dal ballerino e coreografo Rudolf Nureyev: tornare alla Scala con Lo Schiaccianoci a un anno dalla gravidanza, montando l’intero balletto in soli cinque giorni. Una corsa folle ed esaltante, un countdown realmente avvenuto che fa da cornice all’intera narrazione, alternata ai flashback del passato di Carla”, spiega Emanuele Imbucci.

Un approccio emotivo, quello scelto dalla regia di Imbucci, consapevole che un solo film non possa raccontare in modo esaustivo l’incredibile vita dell’icona della danza mondiale.

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