A un anno dalla sua morte, Gigi Proietti torna al cinema con “Io sono Babbo Natale”
Last Updated on 02/11/2021
Esattamente a un anno dalla sua morte, proprio nel giorno del suo compleanno, Gigi Proietti torna al cinema con Io sono Babbo Natale.

Esattamente a un anno dalla sua morte, avvenuta il 2 novembre 2020, che era anche il giorno del suo ottantesimo compleanno, Gigi Proietti torna al cinema con Io sono Babbo Natale. Nel frattempo anche Edoardo Leo gli ha dedicato il bel documentario “Luigi Proietti detto Gigi“, prossimamente in sala.
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La trama del film
Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone arriva in sala il 3 novembre con la Lucky Red dopo essere stato evento di pre apertura alla Festa di Roma. Nel film di Edoardo Leo, Ettore (Marco Giallini) è un ex detenuto che cerca di rifarsi una vita. In carcere a causa di una rapina, sebbene non abbia tradito i suoi complici, capisce che l’unica cosa che sa fare bene è rubare. Fuori dalla galera nessun legame familiare tranne la sua ex compagna Laura (Barbara Ronchi) con la quale ha avuto una figlia che non ha mai conosciuto. In uno dei suoi furti, entra nella casa di Nicola (Gigi Proietti), un signore anziano molto gentile che mostra chiari segni di disturbi di identità visto che dice di essere Babbo Natale in persona. E tra i due si crea uno strano rapporto di amicizia.
“Che non stava bene non si capiva troppo, quando iniziava il ciak si alzava di botto e sembrava avesse vent’anni”
“Cosa ho imparato da Proietti? – racconta Giallini nell’incontro con la stampa – Ho imparato da lui anche quando non lo conoscevo, da certi personaggi assorbi tutto, sono sempre dei tuoi riferimenti. È stato un privilegio passare tanto tempo con lui, per me era diventato come un padre. Che non stava bene non si capiva troppo, quando iniziava il ciak si alzava di botto e sembrava avesse vent’anni. Gli chiedevo spesso ‘come stai? Me vie’ da piagne a pensarlo… e lui rispondeva sempre con la sua ironia: ‘Abito in via di guarigione'”.
Il trailer di Io sono Babbo Natale
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.