Talent Prize 2021, una mostra per Lucia Cantò e per gli altri finalisti del premio internazionale di arti visive
Sarà visibile fino al 28 novembre la mostra del Talent Prize 2021 al Museo delle Mura a Roma, a cura di Elena Pagnotta e Fabrizia Carabelli. Dedicata al premio internazionale di arti visive organizzato da Inside Art, l’esposizione ospita le opere della vincitrice, Lucia Cantò, dei finalisti e dei premi speciali. Tra gli artisti presenti, Irene Coppola, Azzedine Saleck, Max Mondini, Shenghao Mi, Silvia Bigi, Gianni Politi ed Edoardo Manzoni.

Sarà visibile fino al 28 novembre la mostra del Talent Prize 2021 al Museo delle Mura a Roma, a cura di Elena Pagnotta e Fabrizia Carabelli. Dedicata al premio internazionale di arti visive organizzato da Inside Art e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cultura e Arte, l’esposizione ospita le opere della vincitrice, Lucia Cantò, dei finalisti e dei premi speciali.
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Il primo posto a Lucia Cantò
La giuria del premio ha assegnato il primo premio all’opera Atti certi per corpi fragili, una scultura dell’artista Lucia Cantò, abruzzese classe 1995, la cui ricerca artistica si orienta tra scultura e scrittura, linguaggi che attraversa in punta di piedi, con una delicatezza fatta di gesti intimi e di dialoghi sussurrati. Il lavoro è composto da tre gruppi scultorei. Ognuno di questi è il risultato della fusione di due vasi ottenuta grazie alla collaborazione di persone care all’artista, da lei chiamate a partecipare. Ogni unità, con i suoi colori e le sue forme, è un ritratto a sé, il frutto di un lavoro collettivo nel quale l’argilla diventa collante non solo per gli oggetti presentati ma anche per le persone coinvolte. La materia si nutre pertanto di una fitta trama di affetti, andando a consolidare l’impalcatura che caratterizza l’agire scultoreo di Lucia Cantò.
Secondo e terzo posto a Irene Coppola e Azzedine Saleck. Gli altri finalisti: Riccardo Banfi, Gianluca Brando, Giovanni Chiamenti, Gaia De Megni, Federica Di Pietrantonio, Marcello Spada ed Elena Tortia
Anche quest’anno inoltre la giuria ha voluto individuare, tra i finalisti, un secondo e terzo classificato, come segno di riconoscimento per una ricerca convincente e prospettica. Si tratta di Irene Coppola (secondo posto) con l’installazione Schegge e di Azzedine Saleck (terzo posto) con la scultura Long Distance. Gli altri finalisti sono: Riccardo Banfi, con il dittico fotografico Let’s Dance / Hand (Riot), Gianluca Brando, con l’installazione qo, Giovanni Chiamenti, con la scultura Chimera, Gaia De Megni, con il video il Mito dell’Eroe, Federica Di Pietrantonio, con il video you had me at hello, Marcello Spada, con la scultura Clunk ed Elena Tortia con l’installazione miscrivo.
Premi speciali a Max Mondini e Shenghao Mi, il Premio Speciale Utopia a Silvia Bigi
Come per ogni edizione, si aggiungono al vincitore e ai finalisti anche i premi speciali, assegnati dai sostenitori del Talent Prize 2021. I Premi Speciali vanno a: Max Mondini con l’opera Pennacchio (Premio Speciale “Emergenti”) e Shenghao Mi con l’opera Midnight cowboy (Premio Speciale “Internazionale”). Invece il Premio Speciale UTOPIA è stato assegnato a Silvia Bigi per urtümliches Bild. Un tentativo di processare la materia dei sogni notturni attraverso un’intelligenza artificiale per mostrarne l’immagine, spogliata dalle sovrastrutture culturali, ambientali e sociali.
Premio Speciale Inside Art a Gianni Politi, Premio Speciale Fondamenta a Edoardo Manzoni
Va a Gianni Politi Il Premio Speciale Inside Art per l’opera pittorica Pieno di certezze e pieno di dubbi. Uno studio pittorico basato sull’esercizio della ripetizione, in cui l’artista cerca di ritrarre l’immagine del padre, scomparso, con le sembianze di un altro uomo dipinto da Gaetano Gandolfi (“Studio per un uomo con la barba”). Il Premio Speciale Fondamenta è stato assegnato a Edoardo Manzoni per la scultura Colpo di vento (Argo Maggiore). Un’installazione che rappresenta un tentativo di riflettere e riscoprire l’animalità che ha sempre accompagnato l’uomo e i suoi strumenti.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.