Nessuno escluso, a Palazzo Merulana i ritratti “inclusivi” di Christian Tasso
Arriva a Roma “Nessuno Escluso”, la mostra fotografica dell’artista Christian Tasso, a Palazzo Merulana dal 4 di cembre 2021 al 16 gennaio 2022. I suoi intensissimi scatti in bianco e nero raccontano storie e situazioni in cui la diversità è una grande risorsa, totalmente integrata nel contesto sociale in cui le persone vivono.

Approda a Roma, dopo aver emozionato pubblico e critica in altre città, Nessuno Escluso, la mostra fotografica dell’artista Christian Tasso, a Palazzo Merulana dal 4 di cembre 2021 al 16 gennaio 2022. In esposizione una selezione delle fotografie di medio e grande formato, realizzate in pellicola e sviluppate manualmente in camera oscura, che indagano la diversità con uno sguardo lontano dalla retorica e dal pietismo. I suoi intensissimi scatti in bianco e nero raccontano storie e situazioni in cui la diversità è una grande risorsa. Totalmente integrata nel contesto sociale in cui le persone vivono.
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Le fotografie in mostra
Le fotografie di Christian Tasso presentano un viaggio in quindici paesi del mondo. Un viaggio di relazioni umane e di profondissimo rispetto verso l’altro. Un rispetto che forse solo l’arte sa esprimere. La mostra sarà inaugurata in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2021, istituita dall’ONU nel 1981 e che ricorre ogni anno il 3 dicembre. La forza del messaggio sociale, insita nella scelta di questa data, diventa prorompente grazie alla capacità espressiva dell’arte di Tasso, la quale letteralmente ribalta il punto di vista sul tema.
Le opere richiamano alla mente i tratti salienti della cultura umanistica sviluppatasi tra il Quattrocento e il Cinquecento
Ogni ritratto non è semplice rappresentazione della fisionomia, nè documentazione. Le opere richiamano alla mente i tratti salienti della cultura umanistica sviluppatasi tra il Quattrocento e il Cinquecento. Quella che nel ritratto riconosceva la centralità dell’uomo e la sua dignità di soggetto autonomo. Basti pensare ai ritratti di Antonello da Messina, indiscusso protagonista della ritrattistica rinascimentale. Ma sono anche fedeli a una grande tradizione fotografica che vuole riprendere “le cose come sono, senza infingimenti e or pelli ma con lo sguardo limpido e insieme affamato”, come dice Alessandra Mauro.
La bellezza di persone che non sono in conflitto con se stesse
Un messaggio di apertura che lega passato e presente senza tempo. Un messaggio che ritroviamo, ad esempio, nel volto del pescatore di Cuba, che ai ragazzi del villaggio insegna a pescare anche se la vita gli ha portato via un braccio. O nell’espressione dei fratelli Morocho in Ecuador, che alle pendici del vulcano sembra aspettino solo il momento in cui dovranno fuggire da casa per un’eruzione. Oppure negli occhi di una madre fiera e solida che non sente di avere limiti nella sua capacità di proteggere il figlio che ha tra le braccia. Occhi fieri che guardano penetranti verso l’obiettivo.
L’artista ha scoperto la bellezza di persone che non sono in conflitto con se stesse e che, a differenza di quello che accade nel sentire comune, non vedono due universi distinti, il loro e il nostro. Con questo lavoro Christian Tasso ci rende soggetti, ritratti e spettatori della sua mostra, partecipi di un’unica umanità.
Chi è Christian Tasso
Christian Tasso (Macerata, 1986) vive e lavora tra l’Italia, la Svizzera e New York. Collabora con diverse organizzazioni internazionali come ART for The World, sviluppando attraverso la pratica artistica progetti su temi legati alla comunità, i costumi e i rituali, la ricerca dell’identità attraverso e con gli altri, l’interazione con la natura e il rapporto tra memoria e territorio. Vincitore e finalista di numerosi premi internazionali, tra cui l’Aftermath project di Los Angeles, Premio Ponchielli in Italia e Ojo de Pez in Spagna. Collabora con numerose testate di periodici italiani e internazionali.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.