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Il mansplaining spiegato a mia figlia, il surreale nonsense di Valerio Lundini conquista tutti

Nuovo volto della tv italiana, con un programma che è davvero sui generis, Valerio riesce a conquistare tutti anche a teatro, con il suo one man show “Il mansplaining spiegato a mia figlia. Il tutto, tra una sorso d’acqua e una corsa, all’insegna del politicamente scorretto e del nonsense

Dopo il successo in seconda serata su Rai2 con Una Pezza di Lundini, prosegue con successo la tournée di Valerio Lundini e del suo “Il mansplaining spiegato a mia figlia”, già tutto esaurito nelle precedenti 24 tappe del tour estivo. Nuovo volto della tv italiana, con un programma che è davvero sui generis, Valerio riesce a conquistare tutti anche a teatro. Da solo, per circa 120 minuti. Il tutto, tra una sorso d’acqua e una corsa, all’insegna del politicamente scorretto e del nonsense.

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Un graffio inedito che non guarda in faccia nessuno

Lo si evince sin dall’inizio, con gli annunci registrati prima seri, poi spiazzanti. E quando precisa che il titolo non ha assolutamente niente a che fare con lo spettacolo. Il surrealismo si conferma poi in tutti i suoi sketch, nelle canzoni, tra l’altro suonate al pianoforte, giochi satirici di parole e contenuti multimediali. Nel suo show c’è un graffio inedito, che non guarda in faccia nessuno, senza alcun tipo di buonismo e di politically correct.

Talmente dissacrante che, alla fine, non lo è mai (seriamente)

Spazia dalla religione al sesso, dalla pandemia ai social, coinvolgendo napoletani e calabresi, colleghi dello spettacolo e politici. Nel bene (poco) e nel male (tanto). Ogni tanto scappa anche una f-word, una n-word o qualche esplicito riferimento sessuale, addirittura lampeggiante sul ledwall. Ma Lundini è talmente dissacrante che, alla fine, non lo è mai, almeno seriamente.

Una comicità intelligente, nuova, finalmente libera, a cui non siamo ancora del tutto abituati

Il comico romano dimostra inoltre una loquacità impressionante, che raggiunge il suo picco quando, solo verbalmente, riesce a rappresentare una iconica coreografia di Grease. La volgarità è minima, e sembra prendersi gioco anche di coloro che ne abusa. Il nonsense è ovunque, anche quando meno te lo aspetti, come quando alterna leggii a voci e personaggi. E si vede che è tutto studiato, calibrato, lineare come un viaggio ben delineato dall’inizio alla fine. Una comicità intelligente, nuova, finalmente libera, a cui non siamo ancora del tutto abituati. Ma che, siamo sicuri, conquisterà sempre più spazio. Alla faccia di Pierfrancesco Lanza.

Le prossime tappe della tournée

Prossime tappe di gennaio: il 22 gennaio al Politeama di Napoli, il 25 al Metropolitan di Catania, il 26 al Teatro Golden di Palermo, il 27 al Politeama di Catanzaro, il 28 al Teatro Garden di Rende.

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