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Istat, 8 strutture espositive su 100 non hanno riaperto dopo il lockdown

Nel corso del 2020, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia, il 92% delle strutture museali italiane è rimasto aperto al pubblico, anche se parzialmente. La maggior parte delle strutture espositive è localizzata nelle regioni del Nord (46,2%), il 28,9% nel Centro e il 24,9% nel Mezzogiorno

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Nel corso del 2020, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia, il 92% delle strutture museali italiane è rimasto aperto al pubblico, anche se parzialmente. La maggior parte delle strutture espositive è localizzata nelle regioni del Nord (46,2%), il 28,9% nel Centro e il 24,9% nel Mezzogiorno. La crescita progressiva del numero di visitatori registrata negli ultimi anni ha subito un brusco arresto: nel 2020 -72% i visitatori di musei, aree archeologiche, monumenti e complessi monumentali rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei risultati della recente indagine Istat.

Sette musei su 10 (73%) hanno promosso modalità di visita online

Sette musei su 10 (73%) hanno promosso modalità di visita online, incrementando le iniziative e i servizi digitali già disponibili nel periodo pre-pandemia.Nel 2020 in Italia risultavano aperti o parzialmente aperti 4.265 musei e istituzioni similari, pubblici e privati: 3.337 musei, 295 aree archeologiche e 633 monumenti o complessi monumentali.

Quasi la metà delle strutture espositive è nelle regioni del Nord (46,2%)

Quasi la metà delle strutture espositive è nelle regioni del Nord (46,2%), il 28,9% al Centro e il 24,9% al Sud e nelle Isole. Nel Mezzogiorno si concentra oltre la metà delle aree archeologiche (51,5%); in Italia settentrionale si trovano il 49,4% dei musei e il 40% dei monumenti. La più alta concentrazione di strutture è in Toscana (541), Emilia-Romagna (402), Lombardia (387), Piemonte (346) e Lazio (357).

Poco più di un decimo della ricchezza storico-culturale, architettonica e archeologica italiana censita nel 2020 si trova in 10 comuni

Poco più di un decimo (11,5%) della ricchezza storico-culturale, architettonica e archeologica italiana censita nel 2020 si trova in 10 comuni: Roma (112), Firenze (68), Milano (48), Genova e Torino (41), Bologna (40), Napoli (37), Trieste (36), Siena e Venezia (33). Nelle città di Roma e Firenze, capitali mondiali del turismo culturale, si concentra il 42,3% dei musei e delle altre istituzioni a carattere museale presenti in Italia.

I siti italiani che hanno registrato il maggior flusso di visitatori sono il Pantheon e l’Anfiteatro Flavio (Colosseo)

Come per il 2019, anche nei mesi del 2020 in cui era consentita la visita delle strutture museali, i siti italiani che hanno registrato il maggior flusso di visitatori sono il Pantheon e l’Anfiteatro Flavio (Colosseo), con l’annesso Foro Romano e Palatino di Roma, con più di tre milioni di visitatori (quasi 21 milioni nel 2019). In cima alla classifica dei luoghi più visitati figurano anche il Museo dell’Opera della Metropolitana e il Complesso del Duomo di Siena, con più di 900mila visitatori, la Galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano di Firenze (circa 660mila visitatori) e l’Area archeologica di Pompei (568mila), strutture che, prima della pandemia, nel complesso attraevano mediamente tra i 2 e i 4 milioni di visitatori ogni anno.

L’8% dei musei non ha riaperto ai visitatori dopo la chiusura fisica imposta alla fine di febbraio 2020

L’8% dei musei non ha riaperto ai visitatori dopo la chiusura fisica imposta alla fine di febbraio 2020. In particolare, il 2% delle strutture ha continuato a svolgere soltanto le ordinarie funzioni amministrative, di ricerca e di comunicazione, ma non ha riaperto gli spazi espositivi alla visita del pubblico mentre il 6% ha sospeso tutte le attività, comprese quelle di gestione e di organizzazione amministrativa del museo.

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