Biblioteca Nazionale di Roma, polo d’eccellenza per la letteratura italiana del Novecento
Last Updated on 25/02/2022
La Biblioteca Nazionale di Roma conserva 7 milioni di volumi e 155 mila manoscritti in 150 chilometri di scaffalature. E qui ogni anno confluiscono 60 mila pubblicazioni, frutto di tutta la produzione editoriale italiana. Lo studio di Elsa Morante è uno dei fiori all’occhiello della Nazionale…

Con la Biblioteca Nazionale di Roma prosegue il viaggio tra le meraviglie del patrimonio librario italiano intrapreso dal Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini. Oggi, la Nazionale di Roma conserva 7 milioni di volumi e 155 mila manoscritti in 150 chilometri di scaffalature. Qui ogni anno confluiscono 60 mila pubblicazioni, frutto di tutta la produzione editoriale italiana. La biblioteca si trova in viale Castro Pretorio, 105, a Roma.
Una gigantesca raccolta libraria e archivistica degli scrittori del XX secolo
L’ Istituto nasce tre volte. La prima nel 1876 presso la vecchia sede del Collegio Romano. Una seconda volta nel 1975 quando venne costruita l’attuale sede a Castro Pretorio. Una terza quando ha saputo reinventarsi verso la cultura contemporanea, divenendo uno dei poli più significativi per gli studi sulla letteratura italiana del Novecento.Grazie ad una mirata politica di acquisizione di fondi librari è stata costruita una gigantesca raccolta libraria e archivistica degli scrittori del XX secolo. Ma oltre i dattiloscritti originali degli autori, spesso pieni di correzioni e ripensamenti, la Biblioteca conserva – e mette in luce nello spazio espositivo chiamato “Spazio900” – anche gli ambienti, gli oggetti e i mobili che hanno arredato le case in cui quei capolavori sono stati creati.
Lo studio di Elsa Morante e le stanze dedicate a Pasolini, Deledda e Saba
Lo studio di Elsa Morante è uno dei fiori all’occhiello della Nazionale, uno scrigno di oggetti amati e di vita quotidiana. I mobili disegnati da lei, la sua scrivania, la macchina da scrivere, i dipinti di Bill Morrow che Morante ha fatto imprimere sulle copertine dei suoi libri pubblicati dalla casa editrice Einaudi. C’è poi la Sala dedicata a Pasolini e al suo “Accattone”, di cui la Biblioteca ha ricostruito gli ambienti. O ancora, la stanza dedicata a Grazia Deledda dove in una teca è custodito il dizionario della lingua italiana usato da suo padre prima di lei.
La Stanza di Umberto Saba, in cui è conservata la testimonianza di un simpatico bisticcio di coppia: nella poesia ‘A mia moglie’, la donna viene paragonata a una serie di animali, ma la donna, offesa, costringe Saba a correggerla. Ultima, ma non per importanza, la Sala Calvino, allestita negli ambienti di “Spazio900” grazie al comodato disposto dalla figlia dello scrittore.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.