Sarà Pesaro la Capitale Italiana della Cultura 2024
Last Updated on 16/03/2022
Alla città di Pesaro il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024. La proclamazione avvenuta pochi minuti fa con il Ministro Franceschini…

Va alla città di Pesaro il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024, a proclamarla in mattinata il Ministro Dario Franceschini. Il titolo è conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceverà un milione di euro per la realizzazione del progetto. Le città finaliste erano Ascoli Piceno, Mesagne, Siracusa, Viareggio, Chioggia, Grosseto, Sestri Levante con il Tigullio, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento e Vicenza.
La proclamazione di Pesaro è avvenuta su indicazione della giuria presieduta da Silvia Calandrelli e composta da: Salvatore Adduce, Maria Luisa Catoni, Beniamino de’ Liguori Carino, Stefania Mancini, Luigi Mascheroni, Giuseppe Piperata.
Ecco le motivazioni con cui la Commissione all’unanimità ha indicato la città di Pesaro come Capitale italiana della Cultura per il 2024
“La città di Pesaro offre al Paese una eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico. In questa prospettiva, la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia. Tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato.
L’enfasi data al valore della cittadinanza come riconoscimento e come pratica attraverso concreti esercizi, oggi più che mai, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che l’incertezza dei tempi propone. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio con un programma esteso in modo articolato a tutti i comuni della provincia integra voci rendendo corale il conseguimento del titolo.
Il dossier di Pesaro
“Sviluppare tecnologie che mettano a bilancio il complesso delle esigenze ambientali; cercare nuove ragioni dell’arte nelle forme di creazione suggerite dai processi naturali; riconoscere la Natura come una comunità di soggetti con cui interagire, per rinnovare le politiche umane in termini di inclusività aperta a tutto il vivente, abbattendo le disparità sociali, economiche e di genere, le distanze fisiche e culturali”.
E’ questo l’incipit del dossier di candidatura di Pesaro all’insegna del tema La natura della cultura, che trova sviluppo in cinque sezioni. Natura mobile della cultura, Natura ubiqua della cultura, Natura imprevedibile della cultura, Natura operosa della cultura, Natura vivente della cultura. Una visione che, alla luce dell’attuale emergenza climatica e ambientale, aspira a tornare alla Natura non più come risorsa da sfruttare, ma come risorsa da tutelare e come comunità in cui vivere.
L’importante budget annuale di 15 milioni di euro di spesa per la cultura
Un impegno, questo, che “l’Amministrazione comunale ha confermato con l’importante budget annuale di 15milioni di euro di spesa per la cultura. Politiche giovanili, turismo, crescita, scuola e formazione. Ambiti su cui non abbiamo smesso di investire – neanche durante la pandemia – in quanto patrimonio per la crescita della comunità”. Sono le parole di Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza di Pesaro.
“Un budget sobrio ma appropriato a svolgere un programma che si terrà in tutta la provincia, durante 50 settimane. Iniziando da Fano e terminando con Urbino. Un budget che raggiungeremo sommando agli oltre 2 milioni del Comune di Pesaro, il milione stanziato dal Mic in caso diventassimo Capitale, i 500mila euro della Regione Marche, i fondi ottenuti da istituzioni pubbliche e private e quelli ottenuti tramite la bigliettazione delle iniziative”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.