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Respiri, a Galleria Vittoria la bipersonale di Etty Bruni e Adriana Pignataro

Sino al 10 novembre, presso Galleria Vittoria di Roma, sarà visitabile la mostra Respiri, bipersonale di Etty Bruni e Adriana Pignataro a cura di Tiziana Todi. Un omaggio all’arte astratta al femminile mettendo in dialogo due stili differenti

Sino al 10 novembre, presso Galleria Vittoria di Roma, sarà visitabile la mostra Respiri, bipersonale di Etty Bruni e Adriana Pignataro a cura di Tiziana Todi. Un omaggio all’arte astratta al femminile mettendo in dialogo due stili differenti, dal linguaggio lirico di Etty Bruni al linguaggio materico di Adriana Pignataro e al tempo stesso, vuole sottolineare il coraggio di esprimere liberamente le emozioni, concetti e creatività attraverso colori e forme.

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Le opere in mostra danzano tra loro, si abbracciano

“Le opere in mostra danzano tra loro, si abbracciano; il respiro dello spettatore diviene affannoso, veloce, perché quello che ha davanti, lo emoziona nel profondo – scrive Tiziana Todi, curatrice della mostra – Etty Bruni e Adriana Pignataro vogliono comunicare e vanno oltre con colori, segni, linee e luci proiettando oggetti reali per poi abolirli: così volumi liberi fluttuano sulle tele, creando la giusta armonia.
Le due artiste descrivono in modo concreto ciò che le circonda, creando così stupore per il diverso che sfugge ai più. Le opere esulano dalla rappresentazione di oggetti reali con composizioni in grado di essere indipendenti da riferimenti visuali, così da esaltare i propri sentimenti attraverso le immagini in questo caso non dipinte: i segni, le pennellate e i tratti di colore diventano protagonisti delle tele.”

Il segno diventa espressione, un racconto che toglie il respiro.

Il loro sentimento è un linguaggio autonomo fatto di pensieri che non rappresenta la realtà ma raffigurazioni che esprimono messaggi combinando punti, linee e forme. Quindi pur non essendo riconoscibile l’immagine davanti all’opera si ha subito la sensazione di quello che si vuole trasmettere. In questo, che può sembrare irrazionalismo, in realtà c’è il bisogno di fornire una visione personale e profondamente artistica delle opere presentate.

L’astrazione ha un’origine quasi ancestrale: nasce nei graffiti delle caverne e da sempre accompagna l’uomo, la ritroviamo nelle culture più antiche, nella rappresentazione dei vasi nell’antica Grecia, nella scrittura cinese e nella filosofia orientale. Il segno da sempre è l’espressione che attraverso il gesto traduce l’esatta immagine di ciò che l’istinto viscerale vuole rappresentare. Così il segno diventa espressione, un racconto che toglie il respiro.

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