La Tata compie 30 anni: tutte le curiosità sul pesante adattamento italiano
Last Updated on 03/11/2023
Il 3 novembre 1993 la CBS lanciava la sitcom “The Nanny”, in Italia “La Tata”, che sarebbe terminata nel 1999 dopo sei stagioni e 146 episodi. Trasmessa in oltre 80 Paesi in tutto il mondo, la serie ha ricevuto negli USA 11 candidature agli Emmy Awards, vincendone uno nel 1995 per i migliori costumi.

Il 3 novembre 1993 la CBS lanciava la sitcom “The Nanny”, alias “La tata”, che sarebbe terminata nel 1999 dopo sei stagioni e 146 episodi. Trasmessa in oltre 80 Paesi in tutto il mondo, la serie ha ricevuto negli USA 11 candidature agli Emmy Awards, vincendone uno nel 1995 per i migliori costumi.
Scopri la storia delle serie tv su Uozzart.com
I riferimenti alla vita di Fran Dresher
La serie è stata creata, prodotta e scritta da Fran Drescher, ossia l’attrice protagonista, e dall’allora marito Peter Marc Jacobson. La Drescher ha inserito nella serie molti riferimenti alla sua vita reale: i nomi dei genitori della tata, Morty e Sylvia (nell’originale), sono i nomi dei suoi genitori (che tra l’altro partecipano a diversi episodi in ruoli minori). Anche il cane Chester (Castagna nell’adattamento italiano), che nella serie è il cane di C.C. Babcock, è della Drescher.
La trama de La tata
Dopo essere stata licenziata e lasciata dal suo datore di lavoro, Francesca Cacace (Fran Fine in lingua originale) bussa alla porta della famiglia Sheffield per vendere cosmetici. Il padrone di casa, Maxwell Sheffield, rimasto vedovo, la assume come tata per i suoi tre figli. Sarà l’inizio di una nuova vita per tutti gli Sheffield.
La versione italiana
In Italia La tata è stata trasmessa dal 1995 su Canale 5, poi dal 1998 su Italia 1. Dal 2018 è trasmessa dalle emittenti Paramount Channel e VH1. L’edizione italiana del telefilm è curata da Elena Sansonetti per Mediaset. La direzione del doppiaggio, eseguito presso Studioimmagine, è stata affidata a Guido Leoni fino alla stagione 5. Nella stagione 6 è stata invece affidata a Massimo Corizza e Lorenza Biella. Questo cambiamento ha causato alcuni piccoli errori di incoerenza nella storia.
Differenze tra la versione originale e quella italiana
Il nome della protagonista della serie è Fran Fine, che nella versione italiana viene tradotto in Francesca Cacace.
Fran Fine è una trentenne ebrea, Francesca Cacace è una trentenne di origine italiana.
Sylvia e Morty Fine sono i genitori di Fran Fine, nella versione italiana i due nomi vengono tradotti in Assunta Quagliarulo e Antonio Cacace e sono gli zii di Francesca.
Yetta Rosenberg è la madre di Sylvia, perciò la nonna di Fran. Nella versione italiana Yetta è la cognata di Assunta e anch’ella zia di Francesca.
Il nome della migliore amica di Fran, Valerie “Val” Toriello, viene tradotto come Lalla Toriello. La donna è italoamericana anche nella versione originale.
La sorella Nadine, che appare comunque poco nella serie, è nella versione italiana la cugina Nadia.
Fran Fine non è mai stata in Italia, quindi non è mai arrivata in America in età giovanile. Il fatto che il personaggio della serie originale fosse sempre vissuto con Sylvia si può notare in molti flashback, in cui il personaggio di Fran è impersonato da una bambina di dieci anni (l’attrice Jamie Renée Smith)
Tutti i riferimenti riguardanti l’ebraismo nella versione originale divengono riferimenti riguardanti la Ciociaria, o l’essere ciociari nella versione italiana.
Il nonno di Fran non era come il nonno di Francesca un allevatore di pecore, bensì un ebreo polacco emigrato negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le differenze nei dialoghi
L’adattamento italiano ha cambiato di fatto anche interi dialoghi, ma si tratta spesso di modifiche a riferimenti che potevano essere poco conosciuti in Italia .
Appassionato di arte, teatro, cinema, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine Facebook, Twitter, Google News e iscriviti alla nostra newsletter
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.