Gianmarco Tognazzi, la “mia Roma”: l’intervista al protagonista di “Nemico del Popolo”
Last Updated on 19/11/2019
Gianmarco Tognazzi, uno dei volti più famosi del cinema e del teatro italiano, figlio di Ugo Tognazzi e di Franca Bettoja, con alle spalle oltre sessanta film per il cinema, è oggi diviso tra la sua carriera di attore e la sua attività ristorativa “La Tognazza” a Velletri. Ha iniziato ad aprile la sua tournée, partendo proprio dal Sala Umberto di Roma, con una delle più belle, e “ancora attuale”, pièce teatrali degli ultimi due secoli: “Nemico del Popolo” di Henrik Ibsen, scritta nel lontano 1882.
La trama è semplice, eppure ancora attuale. Gli appelli al potere sono inutili, quelli alla coscienza popolare anche: sia vinti che vincitori sono una schiera di opportunisti, interessati solo alla reputazione e al denaro. E’ in questo scenario che il dottore compie l’unica scelta possibile per lui: se prima vuole abbandonare la città, poi si accorge che la risposta migliore a questa situazione è la conoscenza: vuole quindi istruire i giovani per aiutarli a comprendere meglio la realtà e essere cittadini più civili.
Cosa si prova a riproporre, dopo il “fermo” di due anni fa, l’intensa recita di Ibsen?
C’è un grande entusiasmo, un grande divertimento e una grande gioia nel poter ridare vita ad uno spettacolo che ha subìto uno stop improvviso e non certamente voluto, né da me né dalla compagnia. Sono state spese tante parole che non corrispondono alla verità e sono contento che si sia ristabilita la professionalità di chi è nel giusto.
Cosa ti piace e non ti piace di Roma?
Una città in crisi dal punto di vista di viabilità e vivibilità, nonostante ormai viva a Velletri per portare avanti il progetto di mio padre de La Tognazza, che ormai occupa il 50% del mio tempo attuale. Quando vi torno, avverto meno caos di qualche decennio fa: ci si sposta quando serve, forse cambiano le abitudini dei romani, e la città sta diventanto più vivibile, forse a causa anche della crisi. Ma è indubbio che la città sia meravigliosa, ma potrebbe essere molto più viva, sia da un punto di vista organizzativo, che da un punto di vista culturale.
Una passeggiata serale per Roma: dove te ne andresti?
Piazza Navona, Campo dei Fiori: è banale fare certi nomi. Come anche altri quartieri come Trastevere e Campo dei Fiori, più ricchi di vicoli e anfratti, che rispecchia quella suggestione della Roma più antica. Ma da San Saba al Gianicolo, dal Nomentano al Salario: è una città che ti sorprende sempre per la sua bellezza.
Il ritratto è dell’artista romano Roberto Di Costanzo www.robertodicostanzo.it L’intervista è stata, in parte, pubblicata anche su www.stile.it.
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.