“Gatsby in Rome”: la Roma degli anni Venti nella personale di Roberto Di Costanzo
Last Updated on 02/07/2020
Un viaggio nella Roma degli Anni Venti con un turista d’eccezione: Jay Gatsby, grande personaggio del romanzo “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald, la cui storia è ambientata a New York e a Long Island durante l’estate del 1922. Il personaggio, fatto rivivere cinematograficamente nelle splendide interpretazioni di Robert Redford (1974) prima e di Leonardo DiCaprio (2013) dopo, è il protagonista della nuova personale dell’artista, ritrattista e illustratore Roberto Di Costanzo.
La mostra “Gatsby in Rome”
“Gatsby in Rome” aprirà giovedì 18 maggio e sarà visitabile sino al 1 giugno presso il Gatsby Cafè, in Piazza Vittorio Emanuele 106, presso l’ex cappellificio Venturini, nuovo cuore pulsante del quartiere Esquilino. L’esposizione, che si compone di otto illustrazioni ad inchiostro di china ed acquarello, intende rievocare i protagonisti della celebre opera letteraria in un visionario tour romano.
Gatsby e Daisy a spasso per Roma
Allievo del Maestro Piero Tosi, esperto di filologia del costume, l’artista farà viaggiare Gatsby e Daisy in un immaginario tour nella Roma degli Anni Venti, come coronamento della loro tormentata storia d’amore. Sono state immortalate da Roberto Di Costanzo la strada dell’arte capitolina, via Margutta, ma anche la centralissima Coppedé, nonché i più rinomati scorci del centro, come la lussuosa Piazza di Spagna, e i più iconici luoghi capitolini, come il Gianicolo e l’ Esquilino da cui parte il viaggio.
“Ho immaginato Jay e Daisy mano nella mano nella romantica Roma – spiega l’artista – per offrire una nuova avventura ad una storia d’amore. I personaggi cammineranno per le strade di una Roma che non esiste più, di un secolo fa, fatta di sogni e di emozioni, di speranze e di voglia di ricominciare”.
La location
Ferma nel tempo a qualche decennio fa, l’atmosfera che si respira nell’ex cappellificio Venturini rievoca la suggestione di uno spazio prezioso e dimenticato, come tanti se ne nascondono sotto i portici di piazza Vittorio, quartiere Esquilino, Roma. Ed è una fortuna tornare a parlarne in occasione di un restyling radicale, ma rispettoso del tempo che fu: cambia la destinazione d’uso, resta intatto il fascino di questi ambienti che si dipanano su tre livelli come scatole cinesi, tra scale e passaggi segreti, salottini discreti e applique d’epoca. E se è vero che un luogo racconta la storia (le storie) di chi l’ha vissuto, allora il legame con la sartorialità e i cappelli che fino a qualche tempo fa affollavano le vetrine della “galleria” non poteva essere negato.
Chi è Roberto Di Costanzo
Roberto Di Costanzo è ritrattista illustratore, pittore e docente di storia del costume e disegno dal vero. Dopo l’ Accademia di Belle Arti di Roma indirizzo scenografia teatrale, spinto dal grande amore per il cinema, accede al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove seguito dal Maestro costumista Piero Tosi, suo mentore,si diploma in scenografia, costume ed arredamento per il cinema. Contemporaneamente cresce l’ interesse per l’ illustrazione che lo porterà a lavorare su progetti editoriali di rilievo in Italia e Francia.
Le mostre dell’artista
Dopo numerose mostre personali personali in Italia, su invito del Maestro Pierre Cardin espone presso l’Espace Cardin a Parigi, presentandosi al pubblico francese nella veste di illustratore e ritrattista. A queste seguiranno le esposizioni presso la Casa dell’ Architettura di Roma, l’Istituto di cultura francese (Centre Saint Louis) e il successo della mostra “Sotto casa di Federico”, tributo a Federico Fellini, in via Margutta. Dopo la mostra “Accademia e l’ Eros” nella splendida via Giulia, Di Costanzo continua il suo percorso espositivo nel cuore della capitale. Attualmente è docente di storia del costume presso l’Accademia del Lusso di Roma e l’Accademia Italiana. Conduce inoltre seminari di disegno e pittura.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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