Natino Chirico: il vernissage tra tele e colori, cinema e sport
Last Updated on 04/04/2019
Un vernissage di colori e di sorrisi, tra brindisi e applausi: da tempo presente da protagonista sulla scena artistica nazionale e internazionale, Natino Chirico è nuovamente ospite della Galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9, Roma. “Tempo sospeso” è il nome della sua nuova personale, che proseguirà sino a venerdì 17 novembre. La mostra, curata da Roberta Cima e organizzata con Giuliano Graziani e Laura Piangiamore, è a ingresso gratuito, orari 10-13 e 14-19, dal lunedì al venerdì.
Un caleidoscopio di gradazioni, un tripudio di forme, un’esplosione di energie e di rimandi alle principali correnti stilistiche del Novecento. Confini netti e pennellate sicure, tra il detto e il semplicemente espresso, con colori caldi che rompono il silenzio, e con rimandi più o meno taciti alla natura, alla vita, alla quotidianità. Durante il vernissage erano presenti anche importanti nomi dello sport e del giornalismo, come i grandi nuotatori olimpionici Luca Marin e Alessandro Terrin, il Presidente del Circolo Canottieri Aniene Massimo Fabbricini, il giornalista Alberto Michelini.
In esposizione una selezione di opere della sua produzione più recente, che vede, dopo i cicli pittorici dedicati al cinema e ai suoi grandi interpreti, lo sviluppo di nuovi temi legati al mondo della natura e alla riflessione sull’uomo nel mondo attuale. Con interessanti soggetti legati anche al cinema, come Anna Magnani, Charlie Chaplin, Federico Fellini.
“Il titolo di questa mostra – spiega Natino Chirico – viene dal mio lavoro di quest’ultimo periodo, che vede emergere nel mio immaginario forme primarie -il cerchio, l’ovale- e rarefarsi il colore. E questa è la mia risposta a un oggi incerto, che richiede riflessione e ritorno a elementi/valori di base, come a raccogliere le forze e le idee per un nuovo scatto in avanti. Quindi un “tempo sospeso”, ma gravido di nuove espressioni.”
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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