Remi, un viaggio straordinario ed emozionante
Last Updated on 09/05/2019
Il grande classico della letteratura francese di Hector Malot rivive al cinema in una chiave del tutto moderna e originale
Tornano a emozionare sul grande schermo le vicende di Remi, tratte dal classico della letteratura francese, il romanzo “Senza famiglia” di Hector Malot. Il regista, Antoine Blossier, è riuscito nell’impresa di far rivivere al cinema un romanzo di formazione di fine Ottocento in chiave del tutto moderna e originale.

Il fortunato romanzo di Malot, che ha fatto emozionare generazioni per oltre 140 anni (come dimenticare la colonna sonora cantata da Cristina D’avena dell’anime giapponese andato in onda su Raiuno), racconta le avventure di Remì insieme al musicista di origine italiane Vitalis, e degli immancabili compagni. Ossia il cane fedele Capi e la scimmietta Joli-Couer. In questa versione cinematografica Blossier ha scelto come protagonista l’esordiente e talentuoso Maleaume Paquin nei panni del piccolo Remi alla ricerca della propria identità. Affiancato dal non più giovanissimo Daniel Auteil, che interpreta, in una delle sue migliori performance, il girovago Vitalis.
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Trama del film “Remi”
Remi vive in campagna con quella che crede essere la madre. Questa, a causa dell’arresto del padre lontano per lavoro, si trova costretta a vendere il loro unico bene, la loro mucca. Per Remì, Rosetta non era una semplice mucca, ma la sua unica amica a cui canta ogni giorno un motivetto che ha fin da piccolo in mente. Gerolamo, una volta libero, rivela di non essere il suo vero padre e di volerlo portare in orfanotrofio. Avviene così il fortunato incontro con Vitalis, un musicista di origini italiane che si esibisce in giro per la Francia con il cane fedele Capi e la scimmietta Joli-Couer. Il quale si offre di portarlo con sé per sottrarlo al suo destino. Gli insegnerà a leggere, a scrivere e a coltivare la sua grande dote. Il canto. Inizia così il lungo viaggio di Remì alla ricerca della propria identità, tra false piste e detrattori, per trovare la sua famiglia d’origine.

Il nostro commento
Il regista francese, dopo il thriller horror ‘la Tarque’ e la commedia di ragazzi ‘Atoute epreuve’, si cimenta in un genere del tutto nuovo portando sul grande schermo un classico della letteratura francese. La sceneggiatura di Blossier, nonostante le licenze narrarive, conserva intatto lo spirito del romanzo avventuriero di fine Ottocento. Attraverso ambientazioni che spaziano dalla campagna francese alla Londra vittoriana. La fotografia ha una luce del tutto nuova per un regista francese, che richiama ai grandi americani, come Tim Burton e Steven Spielberg.
Grande protagonista del film di Blossier è sicuramente la musica, ispirata ai maestri della tradizione francese come Legrand e Cosma, risulta un mix di energia, sogno, respiro. Il film sembra raccontare una favola senza tempo sull’abbandono e sulla sopravvivenza. Perno di tutto il film l’interpretazione magistrale di Daniel Auteil, che insieme al giovanissimo ma talentuoso Maleaume Paquin, riesce ancora a farci emozionare. E, forse, a tornare un po’ bambini.
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Classe 1988, consulente di comunicazione. Dopo la maturità classica e la laurea in Legge ho iniziato a lavorare come ufficio stampa presso la Fondazione Ducci, per poi intraprendere la carriera nelle pubbliche relazioni e nella organizzazione di eventi. Fin da piccolo sono sempre stato una persona molto curiosa e questo mi ha portato ad appassionarmi ad ogni forma di arte. Amo la letteratura russa (Dostoevskij, Tolstoj, Bugalkov) e l’arte classica. E ho una passione per il cinema americano (Martin Scorsese, Woody Allen, Clint Eastwood) e francese (Xavier Dolan, Denis Villeneuve).