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La mostra di Lucio Fontana, tra “terra e oro”, alla Galleria Borghese

Last Updated on 22/05/2019

Apre oggi la mostra “Lucio Fontana. Terra e oro” presso la Galleria Borghese, visitabile sino a domenica 28 luglio

Lucio Fontana, Terra e Oro
Lucio Fontana, Terra e Oro

Circa cinquanta opere, fra dipinti a olio in oro e ceramiche, realizzate principalmente nel decennio tra il 1958 e il 1968. Apre oggi la mostra “Lucio Fontana. Terra e oro” presso la Galleria Borghese, visitabile sino a domenica 28 luglio. Un evento davvero di rottura: Fontana è il primo artista italiano del Novecento esposto all’interno del Museo. Così le sue opere si accostano magicamente a capolavori indiscussi, come Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano, la Deposizione di Raffaello, la Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio e le sculture di Gian Lorenzo Bernini.

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Le opere in mostra

Le opere sono circa cinquanta, allestite in un percorso che coinvolge due sale nel piano delle sculture e sei sale nella galleria delle pitture. Gli ambienti al piano terra ospitano la selezione di Crocifissioni, opere in ceramica smaltata, dove l’artista esprime una concezione di spazio trattato in maniera rappresentativa, dalle forme fortemente plastiche e barocche. La percezione degli spazi e l’originalità degli accostamenti cambia invece nelle sale superiori.

Arte in contrasto

Al fine di rendere evidente la grande diversità fra la trattazione dello spazio nell’arte antica e la portata esplosiva della dimensione altra conquistata da Fontana con tagli e buchi, i dipinti moderni sono mescolati nell’allestimento della collezione permanente nella galleria delle pitture. Mentre le ceramiche sono esposte nel piano dedicato alla scultura in una prospettiva visuale che le staglia sui fondali del salone, assieme ai mosaici e ai marmi antico-romani e barocchi.

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In un insieme straordinario di opere delle varie epoche lungo il percorso della storia dell’arte, dove lo spazio è “rappresentato” nella maniera più varia e innovativa, solo Fontana è capace di dimostrare il raggiungimento finale della sua rappresentazione. Perché lui lo spazio non lo rappresenta, lo crea. Egli supera radicalmente le rappresentazioni dello spazio che erano finzione spaziale, spazio “rappresentato”. Sino a costruire lo spazio nuovo.

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