Emiliano Mancuso, la bellezza italiana in mostra a Trastevere
Le opere di Emiliano Mancuso in mostra da giovedì 13 giugno al 6 ottobre, presso il Museo di Roma in Trastevere

Le opere di Emiliano Mancuso in mostra da giovedì 13 giugno al 6 ottobre, presso il Museo di Roma in Trastevere. “Una diversa bellezza. Italia 2003-2018”, curata da Renata Ferri, presenta quattro differenti corpi di lavoro realizzati lungo l’arco di quindici anni. Un percorso artistico da cui cui emerge un’Italia dolente, senza illusioni. Però in bilico tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica.
Scopri le altre mostre in corso a Roma su Uozzart.com
Le opere in mostra
In mostra saranno esposte un’importante selezione di fotografie tratte da Terre di Sud, Stato d’Italia, Il diario di Felix e Le Cicale. Insieme alla proiezione dei due documentari Il diario di Felix e Le Cicalee di un blob di video realizzati dall’autore durante tutti i suoi viaggi.
Un Paese intessuto di microstorie
Emiliano Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi. Bianco e nero, colore, immagini digitali o analogiche. Anche polaroid, importanti perché nella loro immediatezza accompagnano il passaggio dell’autore dall’immagine fissa a quella in movimento, che lo renderà, nell’ultima parte della sua vita, precocemente interrotta, regista. In questo modo Emiliano Mancuso traccia un Paese intessuto di microstorie, di esperienze che ci appaiono nude nella loro sincerità.
Leggi gli altri articoli “fotografici” di Uozzart.com
La mostra è prodotta e organizzata da Officine Fotografiche Roma con Zona, Pcm Studio Produzioni video Roma e Postcart Edizioni. Con la collaborazione della famiglia di Emiliano Mancuso.
PER TUTTI GLI AGGIORNAMENTI, SEGUI LA PAGINA FACEBOOK E TWITTER DI UOZZART
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.