Roma – Le sculture e i gioielli di Maria Paola Ranfi in mostra alla Casina delle Civette
Last Updated on 10/07/2019
Dal 26 ottobre sino al 26 gennaio, presso i Musei di Villa Torlonia, l’antologica di Maria Paola Ranfi, una selezione di oltre 60 esemplari tra gioielli e sculture

Dal 26 ottobre sino al 26 gennaio, presso Casina delle Civette, Musei di Villa Torlonia, l’antologica dell’artista Maria Paola Ranfi orafa e scultrice, una selezione di oltre 60 esemplari tra gioielli e sculture realizzati a cera persa in oro, bronzo, argento. E con pietre preziose dai tagli rari e particolarissimi.
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Le opere in mostra
Il percorso si articola tra le principali collezioni realizzate a partire dagli anni Novanta sino a oggi. In occasione della mostra una serie di eventi collaterali tra cui visite guidate, workshop e dimostrazioni, conferenze ed eventi performativi.
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Chi è Maria Paola Ranfi
Scultrice ed orafa, nasce a Roma dove consegue la maturità artistica. Nel 1978, presso la Scuola delle Arti Ornamentali di San Giacomo di Roma, frequenta il corso triennale di Scultura e poi quello di Oreficeria. Gli anni ’80 la vedono collaborare con aziende del bijou di alta moda quali Helietta Caracciolo e la DGF (Diffusione Grandi Firme). Nel decennio successivo passa al settore dei preziosi realizzando prototipi in stretto contatto con i designer aziendali. Determinando un continuo interscambio di competenze e di saperi.
Filo conduttore dell’attività professionale, è l’insegnamento con l’esperienza ventennale nel Dipartimento di Design del Gioiello dello IED come docente del Laboratorio orafo, settennale presso il Centro di Formazione Professionale di Roma Capitale e dal 2000 a oggi presso la Scuola delle Arti Ornamentali di San Giacomo in Roma.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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