Grandi bugie tra amici, la recensione del film di Guillaume Canet
Last Updated on 06/11/2019
Arriva oggi nelle sale italiane ‘Grandi bugie tra amici’, il sequel della commedia francese di successo ‘Piccole bugie tra amici’, firmato Guillaume Canet. Durata: 131 minuti.

Arriva oggi nelle sale italiane il 12 settembre: ‘Grandi bugie tra amici’ ,il sequel della commedia francese di successo ‘Piccole bugie tra amici’, firmato Guillaume Canet. Durata: 131 minuti.
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A distanza di 9 anni il regista francese ricompone lo straordinario gruppo di amici di Cap Ferret, che si ritrovano dopo anni tutti insieme. Ma dopo la morte di Ludo, avvenuta nel primo film, tutto è cambiato, nulla è più come prima. Ancora una volta il protagonista è Max, che decide di passare dei giorni in tranquillità dopo un disastro finanziario e personale. D’un tratto si vede arrivare i suoi amici decisi a fargli una sorpresa per il suo sessantesimo compleanno. Ritroviamo così le fragilità e le paure di ‘Piccole bugie tra amici’ tangibili e concrete.
Il cast di “Grandi bugie tra amici”
I personaggi sono invecchiati, disillusi, alle prese con problemi materiali. «È per il fatto che siamo amici da vent’anni che non siamo obbligati a restarlo». Canet vuole sperimentare proprio questo, se nel periodo più difficile della vita del protagonista (Max) l’amicizia riesce a perdurare nonostante il passare inesorabile del tempo, nonostante i problemi, nonostante tutto. Per quanto riguarda il cast troviamo gli stessi attori del film precedente. Con qualche nome nuovo: François Cluzet (Max) famoso per i film di successo ‘Quasi amici’ ‘Chocolat’, il premio Oscar Marion Cotillard (Marie) ‘La via En Rose’ , il pluri candidato al premio Cèsar Gilles Lellouche (Eric), Lauren Lafitte (Antoine), Benoit Magimel (Vincent), Pascale Arbillot (Isabelle), solo per citarne alcuni.
La trama del film
Preoccupato, Max si è rifugiato nella sua casa al mare per ritrovare la tranquillità. I suoi migliori amici, che non vede da tre anni, bussano a sorpresa alla sua porta il giorno del suo compleanno. La sorpresa è ben riuscita, meno l’accoglienza che Max riserva al gruppo… Ben presto Max precipiterà in un gioco di finzione e di falsa felicità che metterà la banda di fronte a delle situazioni a dir poco inattese. I bambini si sono fatti grandi, altri sono venuti al mondo e i genitori non hanno più le stesse priorità… le delusioni, gli incidenti della vita… quando tutti decidono di gettare la maschera, cosa resta allora dell’amicizia?

Il nostro commento
Canet ritorna con una commedia che ha caratterizzato tutta una generazione francese, con toni più malinconici e realistici con picchi di comicità intelligente. Quelle che in ‘Piccole Bugie tra amici’ erano solo delle paure, in questo film diventano problemi materiali. La fine dell’amore, il divorzio, i problemi economici, i figli, la sessualità, la solitudine cosmica.
Il registro utilizzato dal regista è più cupo del film precedente, più disilluso come i suoi personaggi, e lo si evince anche dalla fotografia affidata ancora una volta a Christophe Offenstein. Lo scenario è sempre la villa di Cafferat del protagonista (Max) ed è sempre estate, ma stavolta la luce è più fredda, il film si apre con inquadrature sulla terrazza in un giorno di pioggia dove si intravedono rami rotti dal vento. Tutto rimanda a un clima più cupo, come anche le musiche.
Il talento degli attori è stato quello di far maturare naturalmente i loro personaggi e renderli compiuti. Ricordano il gruppo di Cap Ferret ma se ne distanziano. Ognuno è andato avanti. Sublime l’interpretazione di Cluzet nei panni del protagonista che ha perso tutto, ma che grazie a un nuovo amore e agli amici ritrovati riesce comunque a trovare il coraggio. Ma il personaggio più intenso è sicuramente quello di Marion Cotillard(moglie del regista).
Quella che in ‘Piccole bugie tra amici’ era la più idealista del gruppo, in questo film diventa più disincantata e rassegnata alla vita, tanto da negare quasi l’esistenza del figlio. Ancora una volta Guillaume Canet riesce a descrivere con uno sguardo sensibile e malinconico tutta una generazione che cambia e ci fa riflettere su come gli ostacoli della vita possono dividerci o unirci.
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Classe 1988, consulente di comunicazione. Dopo la maturità classica e la laurea in Legge ho iniziato a lavorare come ufficio stampa presso la Fondazione Ducci, per poi intraprendere la carriera nelle pubbliche relazioni e nella organizzazione di eventi. Fin da piccolo sono sempre stato una persona molto curiosa e questo mi ha portato ad appassionarmi ad ogni forma di arte. Amo la letteratura russa (Dostoevskij, Tolstoj, Bugalkov) e l’arte classica. E ho una passione per il cinema americano (Martin Scorsese, Woody Allen, Clint Eastwood) e francese (Xavier Dolan, Denis Villeneuve).