Giudizio Universale, la personale del cubano Yuniel Delgado
Apre a Roma la mostra Giudizio Universale dell’artista cubano Yuniel Delgado. L’esposizione sarà visitabile, presso gli spazi di Tibaldi Arte Contemporanea, sino al 30 novembre

Apre stasera la mostra Giudizio Universale dell’artista cubano Yuniel Delgado, alla sua prima personale a Roma. L’esposizione sarà visitabile, presso gli spazi di Tibaldi Arte Contemporanea, sino al 30 novembre 2019. A cura di Roberto Liotti e Roberto Tibaldi.
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Le opere in mostra
Yuniel Delgado presenta un ciclo di opere dimensioni macroscopiche realizzate appositamente per gli spazi della galleria di via Panfilo Castaldi 18, a Trastevere. Sulle sue pareti, a tutta altezza, Delgado propone la sua versione personale del michelangiolesco Giudizio Universale. Utilizzando gli strumenti della sua personale tecnica realizza una composizione altamente simbolica e drammatica, capace di emozionare e stupire. L’esposizione propone una visione, laica e mistica nello stesso tempo, di un artista che sottopone corpi umani e figure naturali ad un immane sforzo di sopravvivenza e sensualità.
L’esperienza di Delgado tra espressionismo e materie simboliche
Delgado con l’uso del monocromatico, è in grado di amplificare la potenza scultorea e immaginifica della rappresentazione. E, nel contempo, la avvicina alle tecniche contemporanee della grafica e della fotografia. La sensibilità adottata rimanda alla lezione dei maestri dell’espressionismo. Invece il significato politico e il formato rimandano anche al Guernica e ai grandi murales di Diego Rivera. L’uso di elementi apparentemente estranei alla composizione, quali scritte e numeri, riflette la materia simbolica e magica della tradizione pittorica latinoamericana.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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