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Akira Zakamoto: “l’arte è un gioco serissimo”

Il surreale e il fantastico sono i due componenti essenziali della sua estetica, mescolati ad immagini di adolescenziale memoria. Akira Zakamoto racconta storie di eroi, spesso surreali metafore della vita. L’intervista all’artista torinese…

Prosegue presso l’Atelier Montez, nella storica periferia di Pietralata, la mostra dell’artista Akira Zakamoto, che rimarrà aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2020. L’esposizione è prodotta da Atelier Montez, curata da Giancarlo Carpi e presentata da Marcella Magaletti.

L’artista, all’anagrafe Luca Motolese, nasce a Torino nel 1974 e lì frequenta l’IPS Albe Steiner, a seguire l’Université Stendhal di Grenoble e il Dams di nuovo a Torino. Per diversi anni lavora come art director e regista, prestando i suoi lavori alla pubblicità e al cinema. Nel 2007 fonda Bottega Indaco con Ciro Palumbo e Arte Indaco nel 2008. Oggi vive e lavora fra Torino e Milano ed ha esposto presso gallerie e musei nelle maggiori città.

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Sei domande ad Akira Zakamoto, tra passato e futuro

Cosa è l’arte per te?

L’arte è un gioco serissimo, l’ultimo rimasto in un epoca nel quale il gioco è considerato alla stregua dell’ozio, e la vita “reale” è un continuo gioco al massacro. L’arte come gioco, rimane l’unico strumento in grado di produrre un significato slegato dalle logiche del profitto, e come tale rappresenta una meravigliosa singolarità. Nel mio lavoro sono spesso presenti il bambino come icona di futuro e il gioco come icona del Mito.

A quando risale il tuo primo approccio con l’arte? E come?

Da piccolo volevo fare l’astronauta, ma i miei genitori invece di portarmi su Saturno mi portarono alla mostra di Alexander Calder al Lingotto di Torino. Malgrado il mio disappunto rimasi affascinato dall’esposizione, in seguito ho avuto la fortuna di incontrare grandi artisti che mi hanno accompagnato nell’universo delle forme e dei colori.

Come e quando è scoppiato l’amore per la cultura giapponese?

Con i cartoni animati in televisione negli anni 70 e 80, il Giappone rimarrà per sempre la patria di quei giochi e di quelle fantasie che hanno popolato la mia infanzia, formando i miei miti e, in parte, il mio gusto estetico. Il Giappone è anche un’Italia rovesciata alla fine di un buco nero, due paesi complementari dove uno è il doppio negativo, il sosia malvagio, il doppelgänger dell’altro e viceversa. Entrambi con la loro mafia e i loro supervulcani, le loro dittature e le loro sconfitte militari, entrambe affascinate e annesse agli USA dopo la seconda guerra mondiale.

Eppure uno in orario e pulito, l’altro in ritardo e sozzo, uno senza energia e l’altro con le radiazioni. Mi è sembrato naturale dipingere questi soggetti anche sulla seta del belvedere di S.Leucio di Caserta, è stato come dipingere sui cuscini del divano della nonna, gli scherzi che mi piaceva fare da piccolo e che mi rendevano “popolare” in famiglia.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Majakovskij, Paolo Uccello, Tano Festa, Roy Lichtenstein, Keith Haring, Federico Fellini, Karel Zeman, Akira Toriyama, Rumiko Takahashi, Sergio Toppi e tanti altri. Penso che tutto ciò che ho visto e continuo a vedere, bello e brutto, piacevole o meno, influenzi il mio gusto estetico, quindi il mio riferimento è la mia curiosità di voler guardare tutto, fuori e dentro di me.

Tre opere a cui sei più affezionato e perché.

La Battaglia di San Romano, di Paolo Ucello, perchè è un quadro dipinto nel quattrocento ma potrebbe essere un’opera del novecento, un mistero come la musica di Debussy.

Il ritratto di Majakovskij, di Aleksandr Rodčenko, e tutta l’opera fotografica di Rodčenko, perchè l’incontro con le avanguardie russe ha influenzato il mio punto di vista (disassato) sulla realtà.

La folla, di Sexto Canegallo, perchè fonde pittura e grafica, simbolismo e futurismo, e perché sono un segreto amante della fase iniziale di tutte le rivoluzioni, a prescindere.

Prossimi progetti.

Con Atelier Montez abbiamo in programma una mostra a Francoforte nei prossimi mesi. Pubblicheremo le date sul mio sito zakamoto.com.

Orari, costi e indirizzo

Luogo: Atelier Montez.
Indirizzo: via di Pietralata 147A/B, Roma.
Date: da sabato 7 al 15 gennaio 2020.
Orari: 18:00-22:00 tutti i giorni, tranne il lunedì.
Biglietto: ingresso libero.
Tipo: Pittura.

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