“Diario 1941-1943″di Etty Hillesum, la recensione del libro
In occasione del Giorno della Memoria 2020 che cadrà il prossimo 27 gennaio, un lunedì, consiglio di leggere il “Diario 1941-1943” di Etty Hillesum, qui presentato nell’edizione fatta da Adelphi nel 1996.

In occasione del Giorno della Memoria 2020 che cadrà il prossimo 27 gennaio, un lunedì, consiglio di leggere il “Diario 1941-1943” di Etty Hillesum, qui presentato nell’edizione fatta da Adelphi nel 1996. Leggendo o rileggendo il diario di Etty Hillesum si incontra un “cuore pensante” che testimonia la propria fine in un campo di concentramento. Accanto al “Diario” di Anna Frank, quello di Etty Hillesum rappresenta uno dei documenti indispensabili sulla persecuzione degli ebrei.

Alcuni passi del diario tratti da “Sulle strade del silenzio” del giornalista Giorgio Boatti
Io ho incontrato Etty Hillesum e la sua storia leggendo un altro libro: “Sulle strade del silenzio” del giornalista Giorgio Boatti. Rimasi colpito da alcuni passi del diario di Etty che Boatti aveva riportato integralmente e che trovate qui di seguito, da allora per tenerli meglio a mente gli ho dato un titolo: l’istante più prossimo.
“Una volta mi immaginavo un futuro caotico, perché mi rifiutavo di vivere l’istante più prossimo. Ero come un bambino molto viziato, volevo che tutto mi fosse regalato. A volte avevo la certezza – peraltro molto vaga – che in futuro sarei potuta diventare “qualcuno” e avrei realizzato qualcosa di “straordinario”, altre volte mi ripigliava quella paura confusa che “sarei andata in malora lo stesso”. Comincio a capire perché: mi rifiutavo di adempiere ai compiti che avevo sotto gli occhi, mi rifiutavo di salire verso quel futuro di gradino in gradino.
“Sono certa che ne verrà qualcosa”
E ora, ora che ogni minuto è pieno, pieno sino all’orlo di vita e di esperienza, di lotta e vittorie e cadute, ma subito dopo di nuova lotta e talvolta pace, ora non penso più a quel futuro, in altre parole mi è indifferente se riuscirò a produrre qualcosa di straordinario oppure no perché sono certa che ne verrà fuori qualcosa.
Una volta vivevo sempre come in una fase preparatoria, avevo la sensazione che ogni cosa che facevo non fosse ancora quella “vera” ma una preparazione a qualcosa di diverso, di grande, di vero, appunto. Ora questo sentimento è cessato. Io vivo, vivo pienamente e la vita vale la pena viverla ora, ora, oggi, in questo momento; e se sapessi di dover morire domani direi: mi dispiace molto, ma così com’è stato, è stato un bene…
“La vita è ricca di sfumature, non può essere imprigionata né semplificata“
Fiorire e dar frutti in qualsiasi terreno si sia piantati. Non potrebbe essere questa l’idea? E non dobbiamo forse collaborare alla sua realizzazione? … La vita è ricca di sfumature, non può essere imprigionata né semplificata. Ma potresti essere semplice tu…”. Etty Hillesum, Diario 1941-1943

Il commento di Giorgio Boatti
Questo invece è il commento che Giorgio Boatti ha fatto nel suo libro ai passi appena ricordati.
“Non sono parole mie. Sono di Etty Hillesum … Sono le lettere della ragazza di Amsterdam finita neppure trentenne su un treno per Auschwitz da cui non è tornata. È il diario delle sue giornate nell’Olanda occupata dai nazisti dove lei – esigente, innamorata di tutto, affamata di bellezza – rifiuta ogni possibilità di salvarsi perché quello che sta vivendo, nella sua casa e nel campo di internamento di Westerbork, è cruciale per afferrare il senso della vita.
Passaggio stretto tanto più esplicitamente brutale e illuminante quanto più lei è costretta a fare i conti sempre più da vicino con il dolore, la distruzione del suo mondo e la fine … Etty; la ragazza che si infila con gioia nel letto dei suoi amici e del suo padrone di casa che aveva il doppio dei suoi anni e tuttavia sa affrontare ogni giorno l’orrore dei disperati rinchiusi a Westerbork, la donna che ha abortito e che non sarà mai fatta santa e che tuttavia parla con Dio in un “tu” colloquiale e così pieno di fiducia che le consente di dire “e se Dio non mi aiuterà più allora sarò io ad aiutare Dio”, ne aveva di cose da dire sulla sua traversata in quegli anni tempestosi“.
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Giorgio Boatti, Sulle strade del silenzio
Le buone letture chiamano buone letture. Ho letto il libro di Giorgio Boatti qualche tempo fa, in un periodo personale molto particolare. Ho subito comprato il diario di Etty Hillesum ripromettendomi di leggerlo quanto prima senza però riuscirci, colpito da una sorta di ritrosia: trovarmi di fronte a qualcosa di importante e per questo aspettare il tempo giusto per leggerlo.
Il tempo giusto – almeno per me – è adesso. Ora che, strappato al torpore invernale, leggo le pagine e ne sottolineo i passaggi, come se la vita per trovare nuova linfa abbia bisogno di non dimenticare. Fortunata coincidenza. Si è sempre in tempo per una buona lettura, se questa può rendere migliore la tua giornata. Buona vita!
Scheda del libro
Titolo: Diario 1941-1943.
Autore: Etty Hillesum.
Editore: Adelphi.
Anno edizione: 1996.
Pagine: 260 p., Brossura.
EAN: 9788845912061.
Prezzo: € 11,00.
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.
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