Emanuele Termini, L’acqua alta e i denti del lupo – La recensione del libro
Il libro di Emanuele Termini, pubblicato da Exòrma, ci porta nella Venezia dei primi del Novecento, tra anarchici e monaci armeni, in una vicenda che sembra una leggenda ma invece è Storia.

Il libro di Emanuele Termini, pubblicato da Exòrma, indaga su una leggenda, quella del breve soggiorno veneziano di un giovane anarchico georgiano, Josif Džugašvili; il giovane era un uomo dai mille pseudonimi, Soso o Koba, David o Ivanovič, ma la storia del Novecento lo avrebbe ricordato con un’altro, ben più temibile, nome: Stalin. L’inchiesta e la ricerca (sul campo e sulle carte: vecchi articoli, libri, testimonianze), lasciano ben presto, anzi subito, il campo della storiografia per prendere quello della letteratura. La storia del passaggio del georgiano a Venezia si trasforma in un oggetto narrativo che ha tutte le caratteristiche del romanzo, pur poggiando su una così solida base documentaria.
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Josif a Venezia
Il passaggio di Josif a Venezia ha più le sembianze del passaggio di un fantasma (che sia forse lo “spettro” che si aggirava per l’Europa?); e soprattutto la ricerca è un’impresa costruita da storie, da racconti di persone e di luoghi. Da Gustavo Traglia, giornalista che per primo negli anni Cinquanta aveva raccontato questa storia (o questa leggenda), fino a Hugo Pratt che l’aveva usata per una storia di Corto Maltese. Ma questo è solo per fare due nomi; il libro è infatti una collezione di storie a supporto di una leggenda. E svelare la verità di questa leggenda forse non è poi così importante. Josif “prima della rivoluzione” resta un personaggio avvolto nella nebbia della laguna; non è ancora “Koba il terribile”, quello di “una risata e venti milioni di morti”, per dirla con Martin Amis. Quella è un’altra, e ben più tragica, storia. Il personaggio di L’acqua alta e di denti del lupo è ancora il giovane avventuriero della rivoluzione, tra incontri segreti, fughe rocambolesche e rapine per finanziare la futura insurrezione bolscevica.
Una collezione di storie
Qui invece bastano le storie, che vanno a costruire un romanzo fatto di parole e immagini assai suggestive. La ricerca di informazioni su quel piccolo frammento di biografia si allarga fino a comprendere la Storia con la maiuscola, dalle imprese dei giovani rivoluzionari in giro per l’Europa fino al genocidio del popolo armeno. Ma la ricerca è anche e innanzitutto la ricerca di un romanzo, di una forma per raccontare questo intersecarsi di storie e di personaggi. Le fotografie s’intersecano nella narrazione, secondo un metodo ormai ben collaudato nella narrativa contemporanea (mi viene in mente Austerlitz di Sebald, per fare un titolo); così il libro di Emanuele Termini diventa anche un romanzo illustrato, o forse, e meglio, un romanzo leggibile anche per immagini. E poi, soprattutto, L’acqua alta e i denti del lupo è il racconto di una città.
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Un’altra Venezia
È infatti questo un libro innanzitutto su Venezia. E in particolare su una Venezia lontana dal caos turistico che volente o nolente ha trasformato la città in un non-luogo eternamente fisso nella sua immobile meraviglia. Altra cosa è camminare per le calli di notte o all’alba, quando i turisti non ci sono, nella calma dell’acqua nera e silenziosa; o al tramonto, quando Venezia diventa una città di fantasmi, e forse solo in quel momento diventa la città più bella del mondo. “La luce cambiava faccia alle statue e colori alle case che si affacciano a ovest. Rimasi a contemplare ancora un po’ il Canal Grande aspettando che sparissero gli zaini e tutte le mille lingue del mondo, in attesa del buio che fa sembrare l’acqua nera e la città vuota”.
Flânerie in Laguna
È una Venezia esplorata e camminata quella del libro di Termini, che riscopre il gusto di una flânerie quasi una dérive psicogeografica. La ricerca è importante, ma il percorso lo è ancora di più, perché è da un lato un percorso di conoscenza, un viaggio culturale; ma dall’altro c’è il brivido della scoperta casuale, costantemente affidata alla fortuna, come quando in libreria ci troviamo davanti a un libro che sappiamo che dovrà uscire con noi, di cui percepiamo il richiamo quasi mistico. Ed è soprattutto il percorso del romanzo, esso stesso mezzo di ricerca e di conoscenza, esplorazione di un reale che finge sempre di essere leggenda.
Scheda del libro
Titolo: L’acqua alta e i denti del lupo.
Autore: Emanuele Termini.
Editore: Exòrma.
Anno: 2019
Pagine: 192
ISBN: 9788898848072
Prezzo: 15 euro.
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“Come saremmo colti se conoscessimo bene solo cinque o sei libri”, scriveva Flaubert.
Luca Verrelli cerca di essere un buon lettore.