Il Parco Archeologico del Colosseo ha sentenziato: non è la tomba di Romolo
Il vano apogeo riportato alla luce sotto l’ingresso della Curia Iulia non è la tomba di Romolo, come precedentemente sentenziato. In realtà si tratta di un memoriale del VI secolo a.C. Fu scoperto nel 1899 da Giacomo Boni e nell’antichità era un luogo di culto legato al ricordo della fondazione di Roma.

Il vano apogeo riportato alla luce sotto l’ingresso della Curia Iulia non è la tomba di Romolo, come precedentemente sentenziato. Bensì un memoriale del VI secolo a.C. Fu scoperto nel 1899 da Giacomo Boni e nell’antichità era un luogo di culto legato al ricordo della fondazione di Roma.
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Il rinvenimento corrisponde a “una cassa a vasca rettangolare in tufo”
La Direttrice del Parco sottolinea che il rinvenimento è una “cassa a vasca rettangolare in tufo” situata nell’area dove la leggendaria Lupa avrebbe allattato i gemelli e sopra la quale Romolo avrebbe celebrato una parte del rito di fondazione della città. Ma non basta. In questo luogo fu più volte distrutto e ricostruito un Santuario che si crede sia stato fondato proprio dal Primo Re.
Costruita una scalinata di accesso alla Curia Iulia
In seguito al rinvenimento di Boni, negli anni Trenta del Novecento fu costruita una scalinata di accesso alla Curia Iulia ad opera di Alfonso Bartoli. Sia Boni che Bartoli però fecero di tutto per preservare il santuario creando vere e proprie mappe e istruzioni che ne garantivano l’accesso. A Bartoli va inoltre il merito d’averlo salvaguardato attraverso la costruzione di pilastri in mattoni e un solaio di travi in ferro.
Il riferimento del poeta Orazio
Seppur non si tratti della tomba di Romolo, il poeta Orazio la collocava non troppo distante dal ritrovamento: si apre dunque una nuova “caccia al tesoro” alla scoperta del Cuore della città.
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