Si celebra oggi la Giornata del Libro, ma l’editoria è in ginocchio
A circa due mesi dall’avvio dell’emergenza legata al Covid-19, è tempo di bilanci. Come quelli fatti dalle associazioni di editori, librai e biblioteche. Solo nel mese di marzo il settore dell’editoria ha perso 25 milioni di euro di ricavi. Per chi ama i libri, è arrivato il momento di sostenerli sul serio…

In questa Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore urge una riflessione, strettamente legata a quella emergenza sanitaria, definita troppo spesso la “più grave crisi dal Dopoguerra”. Sono tre associazioni a stimolarla, Associazione italiana editori (Aie), Associazione librai italiani (Ali) e Associazione italiana biblioteche (Aib). Le tre hanno diffuso un forte appello congiunto a sostegno dell’editoria, “ripartire dai libri”, firmato dai tre relativi presidenti.
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Sono 11.608 le biblioteche inattive
Per quanto riguarda le librerie, secondo il documento stilato, “nell’ultimo trimestre 2019 oltre il 36 per cento lamentava un calo di liquidità. Nel mese di marzo si stima che abbiano perso 25 milioni di ricavi”. Per le biblioteche, si sottolinea 600 biblioteche, nonostante tutto, hanno proposto 1.700 video-letture di libri. Ma si è trattata di “una goccia nel mare, a fronte della chiusura delle 11.608 biblioteche”.
Le nuove uscite sono ridotte del 31%
Quanto agli editori, “già a fine marzo il 64 per cento aveva fatto ricorso alla cassa integrazione o era in procinto di farlo”. Un bilancio che risulterà negativo anche per tutti i prossimi mesi del 2020, con nuove uscite e novità ridotte del 31 per cento: “Significa rinunciare all’edizione di oltre 23 mila titoli e alla stampa di 49 milioni di copie, con conseguenze pesanti sul lavoro nei settori della carta, della stampa e nei service editoriali e grafici”. Che ricadono su autori e traduttori, professioni con meno protezioni sociali di tanti altri. “Un colpo verso la cultura italiana, la diversità culturale e il pluralismo: la crisi colpisce di più i piccoli editori che a fine marzo avevano già spostato o cancellato l’80 per cento delle uscite del secondo trimestre”.
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Quel che si richiede al Governo, quel che possiamo fare noi
“Le associazioni chiedono interventi a sostegno diretto di imprese, specie le più piccole, biblioteche, lavoratori, autori e traduttori”. Qualcosa dagli “effetti immediati”. Ai lettori, a quelli che amano conoscere e che sognano viaggiare tra spazi e tempi remoti, è richiesta una sola cosa: sostenere la lettura, di libri e giornali. Alimentarla e farla alimentare. Al di là di quelle che saranno gli interventi del Governo, ognuno di noi può fare qualcosa. Continuare a comprare, leggere, amare. Ognuno di noi, quindi, faccia quel che può. Come può.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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