“La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio” di Enrico Brizzi – La recensione del libro
Non so se Enrico Brizzi sia lo scrittore italiano più talentuoso della sua generazione, di sicuro è un esempio di giovane promessa divenuta realtà. Lo conferma il saggio “La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio”, edito da Laterza nel 2010. Il volume è l’ideale prosieguo e completamento del precedente “La vita quotidiana a Bologna ai tempi del Vasco”

Non so se Enrico Brizzi (1974) sia lo scrittore italiano più talentuoso della sua generazione, di sicuro è un esempio di giovane promessa divenuta realtà. Rivelatosi a metà degli anni ’90 del secolo scorso con il celebre “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, è riuscito negli anni a trovare una propria dimensione figlia di una raggiunta maturità autoriale. Ne è conferma il saggio “La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio” edito da Laterza nel 2010. Il volume è l’ideale prosieguo e completamento del precedente “La vita quotidiana a Bologna ai tempi del Vasco” e rappresenta una personale epopea della società italiana nel trentennio che va dal 1980 al 2010.
La trama del libro
“Quando il Silvio, raccontatore di miracoli impareggiabile, si affacciò sulla scena politica, ancora si ripeteva in giro che la televisione era lo specchio della società. Era un’interpretazione ormai inadeguata: presto la società italiana sarebbe entrata dentro quello strano specchio, tutta intera come Alice e, come lei, sarebbe partita per il viaggio più colorato e spaventoso della propria Storia“.
Enrico Brizzi racconta con ironia l’Italia all’indomani degli anni Ottanta dove, nell’agra commedia nazionale, c’è posto per passioni e amicizie. L’autore cresce in quegli anni e racconta la sua versione di mondo, quello personale e quello vissuto, anche attraverso l’occhio dell’elettrodomestico allora più amato dagli italiani.
La tv, i suoi volti, gli avvenimenti restituiti sono metafora per raccontarsi e descrivere cambiamenti vissuti da tutti noi ma di cui sembra che abbiamo perso coscienza. Ecco quindi sigle, telefilm, partite, cartoni animati, canzoni, personaggi pubblici e privati. Da Pertini a Berlinguer, da “Drive In” a “Colpo Grosso”, il futuro narratore esordiente incontra e traduce la realtà, affresca la civiltà dell’immagine con parole sue. Attraversa la Prima e la Seconda Repubblica di questo nostro Paese sempre in attesa di un’altra primavera.
Brizzi ne è osservatore critico e attento, avversario ma non censore
Man mano emerge una figura sfondo, quella di Silvio Berlusconi – il Silvio del titolo – prima costruttore, poi editore, infine uomo politico e di stato. Brizzi ne è osservatore critico e attento, avversario ma non censore. Semplicemente fa parlare l’evidenza dei fatti con il suo accento bolognese, di camminatore informato. Giovane uomo assiste progressivamente alla trasformazione delle abitudini degli italiani, dettate poco a poco dal palinsesto della tv commerciale piuttosto che da quella pubblica. La costruzione di un immaginario quanto mai reale, che ha finito però per delegittimare la televisione come mezzo d’informazione, facendole perdere autorevolezza.
Il nostro commento
Brizzi scrive leggero mescolando fatti propri e fatti pubblici, risale le salite della nostra storia recente senza scorciatoie, non disdegnando accostamenti scomodi come quelli con la loggia massonica P2. A distanza di 10 anni dalla pubblicazione, il suo stile informale rende il libro una lettura ancora godibile. “La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio” è sostanzialmente un buon prodotto editoriale che perde però di incisività nel momento in cui, dalla ricostruzione cronologica di fatti e personaggi, si chiede al testo qualcosa per cui forse al tempo non era stato concepito: ovvero la restituzione di una prospettiva storica, la capacità di rappresentare un’epoca in controluce.
Il dubbio persistente è quello di trovarsi di fronte ad un istant book ormai scaduto, quasi una noia che coglie il lettore di fronte a fatti già ampiamente discussi. Ad una lettura più profonda, un rifiuto figlio della banalizzazione e dell’appiattimento operato dalla grande informazione, sia essa di destra o di sinistra: come se la sovraesposizione o il controllo della notizia fossero figli della stessa madre, per questo le facessero perdere interesse. Per fortuna nel libro questa parte dura poche pagine.
“Un appello che chiama il lettore a riflettere su un passato ancora troppo prossimo perché la storia abbia già pronunciato un giudizio complessivo”
È lo stesso Brizzi ad intuire il disagio e tagliare corto. E lo fa esponendosi, esprimendo preoccupazione per il nostro Paese. Con il coraggio di chi non fuggirà, di chi resterà a guardare come andrà a finire. Un invito a prendere coscienza a cui, a distanza di 10 anni dall’uscita del libro, l’autore sembra aver tenuto fede. Anche attraverso la propria produzione letteraria successiva. In definitiva “La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio” è a suo modo un appello che, a distanza di 10 anni, chiama il lettore a riflettere su un passato ancora troppo prossimo perché la storia abbia già pronunciato un giudizio complessivo.
Chi è Enrico Brizzi
Scrittore italiano, è figlio di un professore di Storia moderna all’Università e di madre insegnante di scuola superiore. Frequenta da adolescente il Liceo Galvani della sua città (che diventerà storpiato in “Caimani” nel primo libro). Esordisce non ancora ventenne con il suo primo romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, tradotto in ventiquattro paesi e divenuto film nel 1996. All’ingombrante esordio l’autore ha fatto seguire il tenebroso Bastogne. Fra gli autori italiani che più l’hanno influenzato, Brizzi ha sempre citato al primo posto Pier Vittorio Tondelli. Nell’aprile 2008 ha intrapreso un secondo viaggio sulle orme dei pellegrini medievali, durato oltre due mesi, fra Roma e Gerusalemme.
Nel novembre dello stesso anno ha dato alle stampe per l’editore Laterza una raccolta di sette racconti dedicata alla propria città, dal titolo La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco, ristampata due volte nel giro di quindici giorni. La trilogia dedicata al viaggio si conclude nel 2011 con Gli psicoatleti, pubblicato da Dalai edizioni. Tra gli altri suoi libri citiamo almeno La vita quotidiana in Italia ai tempi di Silvio (Laterza, 2010), L’arte di stare al mondo (Mondadori Electa, 2013), Di furore e lealtà. La mia vita raccontata a Enrico Brizzi (Mondadori, 2014, scritto con Vincenzo Nibali), Il meraviglioso giuoco. Pionieri ed eroi del calcio italiano 1887-1926 (Laterza, 2015), Il cavaliere senza testa (Ponte alle Grazie 2018), Il diavolo in Terrasanta. Viaggio per terra e per mare da Roma a Gerusalemme (Mondadori, 2019). I Fuoriclasse sono la sua prima straordinaria serie per ragazzi.
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.
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