Febbre da fieno: il romanzo “italiano” di Stanisław Lem
Esce per i tipi di Voland il romanzo, inedito in Italia, “Febbre da fieno” di Stanisław Lem, un noir fantascientifico ambientato tra Napoli, Roma e Parigi.

La trama
In Febbre da fieno di Stanisław Lem, edito da Voland, una serie di morti inspiegabili ruotano attorno ad un hotel di lusso e ad un centro termale di Napoli. Le morti, apparentemente scollegate tra di loro, hanno qualcosa che le accomuna, ma si tratta di minuzie, particolari apparentemente insignificanti, eppure non del tutto trascurabili. Ad indagare un astronauta in pensione, che ripercorre il viaggio di una delle vittime per cercare di capire se quei piccoli dettagli, sono i tasselli di un piano più ampio, o se il caso è più forte di qualsiasi macchinazione.
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Lem in Italia
Febbre da fieno, pubblicato in Polonia nel 1975, è un giallo “fantascientifico” di ambientazione atipica per il genere. L’azione si dipana tra l’Italia e la Francia, tra alberghi di lusso e modeste pensioni; ma si svolge anche in “non-luoghi” labirintici e inestricabili come gli aeroporti ipertecnologici brulicanti di persone e carichi di rischi. Gli elementi del noir ci sono tutti: colpi di scena, meccanismo ad incastro delle situazioni, intrecci sempre più complessi; e poi un “detective” disincantato e stanco, un “eterno secondo” che si trova invischiato in qualcosa di più grande di lui. Ma il libro è molto di più di un “giallo” nel senso comune del termine, e non solo per gli inserti più canonicamente fantascientifici (i viaggi su Marte, o la tecnologia “anticipatrice”). La storia si trasforma fin da subito in un viaggio allucinato e psichedelico, quasi kafkiano, in un universo caotico.
Lo spirito della storia se ne è andato.
Il romanzo è ambientato in un’Europa distopica (ma neanche tanto), consapevole che “lo spirito spirito della storia se n’era andato”, sconvolta da un terrorismo disordinato e apparentemente cieco. Un continente che altro non è che il riflesso di un mondo in preda alla confusione in cui “le profezie di McLuhan si erano avverate, ma al contrario, come spesso capita con le profezie. Era sorto il suo villaggio globale, ma diviso in due. La parte più povera soffre, quella più ricca importa quella sofferenza attraverso la televisione e la compatisce da lontano”.
Il gioco del disordine
Dentro questo mondo si svolge la vicenda delle morti misteriose. Ma chi sono i mandanti? A chi interessa? Quale il movente? È proprio nella risposta a queste domande che il libro smette di essere un giallo convenzionale. Il noir è un genere in cui la realtà viene gradualmente “messa in ordine”; una serie di fili vengono tirati finché la matassa non si scioglie. Il libro di Lem è diverso: suo interesse principale è la descrizione del caos, del groviglio dell’esistenza (del “gomitolo di concause”, direbbe Gadda). Il gioco filosofico diventa riflessione sul reale, ma soprattutto viaggio nell’inconscio, nelle complessità delle “catacombe del cervello”. C’è uno scambio di idee tra i personaggi in cui è racchiuso il senso di questo discorso: “Lei è abituato ad un’altra lingua” dice uno dei personaggi del libro all’astronauta, “perché si è trovato tra persone che pensano in stile poliziesco. È uno stile adatto a dare la caccia ai criminali, ma non a verificare se il criminale esista o meno”.
Stanisław Lem, fantascienza oltre il noir
Se insomma il noir classico è un meccanismo a orologeria, il noir fantascientifico di Lem assomiglia apparentemente ad un orologio, ma è invece assai più simile ad una lotteria. Questa visione del mondo diventa in Lem la decostruzione di un genere letterario, in senso già tutto postmoderno, attraverso un suo “potenziamento”, una contaminazione che ha tutta l’aria di un tuffo nel labirinto del reale. Febbre da fieno è un giallo sull’entropia, in cui le opinioni e le congetture apparentemente senza senso hanno lo stesso valore di quelle esatte. Insomma bisogna rinunciare alla presunta semplicità della vita e del mondo se lo si vuole davvero comprendere; eliminare il “rasoio di Occam” e abbracciare la consapevolezza che le cose che ci succedono intorno sono estremamente complesse; sono momenti isolati che avvengono nel disordine del tutto; e da questo caos non possono essere isolati. Tutto è complesso, alla faccia della “semplificazione’.
Presagio di un mondo che è già.
Come per Solaris, la fantascienza nei libri di Lem si gioca sempre su un doppio piano, quello dell’anticipazione tecnologica e quello interiore; sul piano filosofico del rapporto dell’uomo con un cosmo (non necessariamente “spaziale”) molto più grande di lui, governato da leggi che il “piccolo” genere umano non può comprendere fino in fondo. Ed è su questo piano, quello dell’inconscio, che si sviluppano ed esistono i mondi veramente sconosciuti, o gli abissi più spaventosi. L’insieme dei fatti casuali che contribuiscono a risolvere l’enigma sono più interessanti dell’enigma stesso; e questo scandaglio del caos decreta la fine stessa della verità. E forse proprio qui sta la vera “fantascienza” di questo libro; nel “presagio” di un mondo che, una volta per tutte, si riconosce governato dalle leggi del caso. Un mondo futuro ingarbugliato, caotico e complesso. Il nostro mondo, insomma.
Scheda del libro
Titolo: Febbre da fieno
Autore: Stanisław Lem
Editore: Voland
Anno: 2020
Pagine: 201
ISBN: 9788862433778
Prezzo: 18 euro.
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“Come saremmo colti se conoscessimo bene solo cinque o sei libri”, scriveva Flaubert.
Luca Verrelli cerca di essere un buon lettore.