Skip to content

Rossocolore, la recensione del libro di Mariassunta Veneziano

Last Updated on 11/02/2021

Rossocolore, il libro di Mariassunta Veneziano edito da Ensemble, è la storia di Filippo, un ragazzo che emigra nella Torino degli anni Settanta per fare il muratore. Qui incontra Mario, un giovane dagli occhi verdi e col giornale in tasca che gli cambierà per sempre la vita...

Rossocolore, la recensione del libro di Mariassunta Veneziano
Rossocolore, la recensione del libro di Mariassunta Veneziano

Edito da Ensemble, “Rossocolore” è il romanzo d’esordio di Mariassunta Veneziano.“Rossocolore” è la storia di Filippo, un ragazzo che emigra nella Torino degli anni Settanta per fare il muratore. Qui incontra Mario, un giovane dagli occhi verdi e col giornale in tasca che gli cambierà per sempre la vita.

Scopri gli altri articoli letterari di Uozzart.com

La trama del libro

Insieme a lui verrà presto risucchiato dai fermenti della contestazione operaia. Intanto i giorni e gli anni passano senza contarli, tra gli spietati match di boxe di Carlos Monzón e gli entusiasmanti comizi di Enrico Berlinguer. Tra i viaggi in treno che riportano a casa e quelli che invece inesorabilmente allontanano.

Non basta una vita sola per rimettere le cose al proprio posto, per trovare se stessi e smettere di partire, perché la speranza alimenta un desiderio insaziabile di trasformazione e di giustizia. “Rossocolore” è vita che scorre in un fluire apparentemente casuale e beffardo. È migrazione. È il primo amore. Lotta. È l’amico del cuore: quello che resta al di là dell’infanzia, al di là della vita stessa. Anche rabbia, pugni chiusi, parole taciute. È riscatto. È libertà.

L’estratto

«Avete tutto questo e ci passate davanti senza farci caso. Anzi, peggio. Sembra che facciate di tutto per nasconderlo agli altri. Io neanche me lo immaginavo che avevate tutto questo».

«Ma tutto questo cosa? Qui non c’è niente, non vedi che la gente se ne va? Guarda me…».

«È proprio questo il punto. Tu sei nato e cresciuto qui, in mezzo a questi vicoli e guardando i tuoi genitori coltivare la terra. Avevi tutto questo, eri ricco, eppure sei scappato via. Non ti sto giudicando e non sto giudicando la tua gente, è solo che non capisco. So che sei dovuto scappare via, tu come tanti. Come i miei genitori, anche. E proprio di questo non mi capacito. Potreste vivere solo di terra e di bellezza, invece morite di emigrazione».

Storia di un incontro

Conosco Mariassunta Veneziano fin dai tempi dell’università e seppure la vita ci ha fatto perdere di vista, la curiosità non è mai difettata ad entrambi. Una capacità di annusarsi, affinità anche a distanza. Potenza dei social la ritrovai qualche anno fa. La sintonia rifiorì in pochi minuti, così da parlarmi di un progetto ancora in via di sviluppo nato a seguito di un momento molto particolare della sua vita: un libro. Da editor dilettante mi proposi per leggerlo, Mariassunta accettò con interesse. Lessi quel testo con senso di responsabilità, contento per la riacquistata complicità di un’amica. Trovai materia viva. Anima di la dalla forma. Nella singolarità tecnica di quella pseudo consulenza, tra letture su e-reader e telefonate in cucina durante la cottura di un cabarè di peperoni arrosto, diedi dei consigli che portarono ad una riflessione.

10 marzo 2020. Lockdown per Coronavirus. Messaggio WhatsApp da parte di Mariassunta. Dopo esserci ritrovati non ci sentivamo da un po’. File PDF. Download. La copertina di un libro: “Rossocolore” di Mariassunta Veneziano. Boom! “Rossocolore”, quel testo che – affidandosi a me – la mia amica m’aveva fatto leggere in anteprima, era diventato un libro vero per i tipi di Ensemble. Soddisfazione e complimenti, poi un’altra sorpresa.

29 maggio 2020, ore 21:30. Suonano alla porta. Corriere, deve consegnare un pacco. Apro, è “Rossocolore”. Sfoglio il libro, ancora avvolto dall’odore della carta fresca di stampa, scopro che Mariassunta ha finito per citare all’interno anche me e la circostanza – a questo punto fortunata oltre che fortunosa – che mi ha portato qualche anno fa a incrociarla di nuovo assieme al suo progetto. Felicità da parte mia, per quella riflessione che sembra abbia fatto sì che le cose siano andate nel modo giusto. Felicità, per la mia amica e questo suo libro cui scorre il sangue dentro.

Ma cos’è cambiato in “Rossocolore” da quella prima lettura alla sua versione definitiva?«Io so»direbbe Mariassunta, ed io di rimando risponderei altrettanto. Forse perché certi ferri del mestiere di editor debbono rimanere segreti, anche se al giorno d’oggi qualche piattaforma di crowdfunding editoriale cerca di distillarli in pillole, trasformando un percorso che è un incontro di sensibilità in una strategia di promozione. Credo però si faccia più giustizia al testo parlando di ciò che non è cambiato, il suo carattere originale ed originario. Il fatto che sin da quella prima lettura si sia presentato come un libro vero, giunto a naturale maturazione grazie al lavoro dell’autrice con la casa editrice.

Come fosse un segno, l’indicazione a lato di una strada. Un ricordo ed un punto di partenza.

“Rossocolore” è figlio di quel periodo particolare attraversato dall’autrice al momento della sua stesura, ma lo è soprattutto del periodo successivo. In questo senso il testo è catarsi ed elaborazione. E la scrittura presa di coscienza ed oggettivazione. Di un vuoto improvviso che questa storia non vuole e non può colmare, ma che può in qualche modo interpretare senza il peso di doverlo necessariamente contenere. Come fosse un segno, l’indicazione a lato di una strada. Un ricordo ed un punto di partenza.

Fin dalla sua genesi “Rossocolore” ha sempre contenuto dentro sé tanta vita, tutta quella che Mariassunta aveva deciso di metterci dentro. Tutta la rabbia di giovane donna messa alla prova dall’esistenza, ma soprattutto tutto il suo amore di figlia per un padre venuto a mancare e a cui il libro è dedicato. Sembra di vederli Mariassunta e suo padre rincorrersi fra le pagine, nascondendosi di volta in volta dietro le fattezze dei vari personaggi, per quella sommatoria di momenti belli e brutti che per ognuno è la commedia della vita.

Filippo si appoggiò a una parete e scivolò con la schiena fino a rannicchiarsi a terra. «Non sono una persona cattiva, non sono mai stato una persona cattiva. Ho sempre sbagliato per mancanza di coraggio, perché non riuscivo a reagire a quello che credevo ingiusto. Sembrava la strada più semplice, indolore. Invece non è così, non è mai stato indolore per nessuno e nemmeno per me. Ed ecco cosa sono diventato: invisibile, calpestato e costretto a portare pesi che niente e nessuno potrà mai alleggerire». Alzò gli occhi rossi sull’amico che ora stava dritto di fronte a lui. «Non voglio più essere invisibile, non voglio più farmi calpestare e non voglio che nessuno calpesti nessuno. Voglio fare qualcosa. Voglio che facciamo qualcosa».

“Rossocolore” è soprattutto un progetto sentito, che ha coinvolto l’autrice in questi ultimi 4 anni. Aiutandola a crescere.

“Rossocolore” è soprattutto un progetto sentito, che ha coinvolto l’autrice in questi ultimi 4 anni. Aiutandola a crescere. Accompagnandola verso nuove sfide ed esperienze, non ultima quella della maternità. Scritto correttamente, il testo è documentato in ogni sua parte. La lettura è scorrevole, supportata dalla felice intuizione di utilizzare piani narrativi molteplici, amalgamando cambi di scena e salti temporali. La suddivisione in capitoli brevi rende plausibile questo meccanismo di narrazione, esaltando una storia che, nella prima parte del libro, si costruisce attraverso accumuli di informazioni e stratificazioni di senso. Per cambiare passo nella seconda parte, dove questa densità seminale cede il passo all’agilità. Per un racconto che procede sicuro verso il climax finale, con la soluzione dei vari quesiti e lo scioglimento dei relativi nodi narrativi.

Carattere. I libri editi da Ensemble sono conosciuti per essere stampati rigorosamente con il font Garamond Premier Pro. Ma il riferimento è all’anima di “Rossocolore”, il romanzo di formazione di un ragazzo come tanti che ha sentito il bisogno di dare il proprio contributo al cambiamento sociale nell’Italia dei primi anni ’70 del secolo scorso. Non interessa se abbia scelto una strada sbagliata. Non interessa giudicarlo, ne tantomeno colpevolizzarlo o assolverlo. Interessa piuttosto che, ancora adesso, ci sia qualcuno che si ponga delle domande e scriva su un fenomeno complesso e sfaccettato come gli anni di piombo ed il terrorismo. Interessa che lo faccia attraverso un’opera di fiction, ricca di citazioni azzeccate, sviluppata in modo professionale e solido, grazie anche ad una consultazione di documenti e fonti di tipo giornalistico.

Nostalgia. È questa in realtà la cifra di questo romanzo. Nostalgia. Quella buona, che predilige le persone ed evita di fare la tara ai loro comportamenti

Fuori tempo. Leggendo “Rossocolore” la memoria richiama immediatamente un immaginario cinematografico che, ad inizio degli anni 2000, ha riscoperto questo particolare periodo della storia italiana. Il ricordo va chiaramente a “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Seppur nato con qualche anno di ritardo, “Rossocolore” sembra figlio di questa stagione artistica. Ma non è fuori tempo. Si è sempre in tempo per riflettere e permettere alle nuove generazioni di familiarizzare con un evento passato.

Nostalgia. È questa in realtà la cifra di questo romanzo. Nostalgia. Quella buona, che predilige le persone ed evita di fare la tara ai loro comportamenti. Quella buona, che vorrebbe tanto un loro abbraccio e continua a nutrirsi dei loro insegnamenti. E che ti fa pensare a quella canzone che ami ed hai imparato ad ascoltare con loro, che tanti anni fa è stata scritta da Pierangelo Bertoli e che fa:

Ho pensato tante volte che c’è un senso a tutto questo,
quest’amore non ci cade giù dal cielo;
ma parlando della vita e pensando al mio paese
mi è sembrato come fosse tolto un velo.
E mi pare di sapere, e finalmente di capire,
nella vita ogni cosa ha un suo colore,
e l’azzurro sta nel cielo ed il verde sta nei prati
ed il rosso è il colore dell’amore.

Chi è Mariassunta Veneziano

Mariassunta Veneziano (1982) è nata in provincia di Cosenza e lavora come giornalista. Ha studiato a Perugia e a Torino, dove ha concluso il master in giornalismo “Giorgio Bocca”. Vive a Rende (Cs), con il suo compagno, la loro bimba Matilde e due cani. Rossocolore è il suo primo romanzo.

La scheda del libro

Titolo: Rossocolore
Autore: Mariassunta Veneziano
Editore: Ensemble
Anno edizione: 2020
Pagine: 324 p.
EAN: 9788868816186
Prezzo: € 16,00

Appassionati di arte, teatro, cinema, architettura, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine FacebookTwitter e Google News

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Rilevato blocco annunci

La pubblicità è il motivo per cui il nostro magazine è gratuito.
Supporta Uozzart disattivando il blocco degli annunci.

OK
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: