Lockdown, un italiano su due non ha letto, soprattutto per mancanza di tempo
Secondo l’Indagine del Centro per il Libro e la Lettura con l’Associazione Italiana Editori, chi non ha letto libri in quei 2 mesi è un italiano su due, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%. Tra le motivazioni, la mancanza di tempo e di spazi…

Finora si è detto che durante il lockdown gli italiani avrebbero letto di più. Ma potrebbe non essere vero. Almeno secondo quanto sostiene l’Indagine del Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) con l’Associazione Italiana Editori (AIE) sulla lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria, con la collaborazione di Pepe Research. Secondo i dati in loro possesso, un italiano su due non ha letto neanche un libro.
Chi non ha letto libri in quei 2 mesi è il 50% della popolazione
Durante la pandemia, dati in mano, sarebbe scesa la domanda di acquisto, soprattutto da parte di chi prima della crisi leggeva più di 12 libri l’anno. A maggio 2020 la percentuale di italiani, dai 15 ai 74 anni, che dichiarava di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi eBook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto a marzo 2019 e si attesta al 58%. Il valore scende di altri 8 punti percentuali (50%) se si considerano le letture di marzo e aprile. Chi non ha letto libri in quei 2 mesi è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%.
Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (47%) dichiara che è stato per mancanza di tempo
Alla lettura di un libro gli italiani dedicano meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione nell’ultimo anno. Mentre tv, telefono, whatsapp, social network mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (47%) dichiara che è stato per mancanza di tempo (…), il 35% di spazi, il 33% per preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.