Intervista a Fausto Fiume, Galleria Fidia: “Noi galleristi figure marginali. Occorre tracciare confini per la filiera artistica”
Quarantasei anni di storia per Galleria Fidia, fondata da Gennaro e poi portata avanti dal figlio Fausto Fiume. Li abbiamo contattati per parlare di lockdown e di arte, di bisogni economici e fabbisogni culturali. Per l’autunno prevista la Rome Art Week, a fine ottobre, e la doppia personale di Flavio Tiberio Petricca e Alessandra Cagnazzo...

La Galleria Fidia fu fondata nel 1974 da Gennaro Fiume, che rilevò gli spazi appartenuti alla Galleria Ciak, in via Angelo Brunetti 49, a Roma, per mantenerne così la vocazione artistica. Sin dai primi anni Ottanta, poi, intervenne Fausto Fiume, il figlio, per gestire personalmente le attività della galleria. Perfezionando la partecipazione alle allora nascenti Fiere d’Arte, e consolidando inoltre il rapporto con gli artisti.
Fausto, che abbiamo contattato per questa intervista, ci ha raccontato anche un curioso aneddoto, che ha segnato quella che sarebbe diventata la sua missione da gallerista. L’artista Mario Schifano, che confidò in lui, gli disse: “Vedi, vorrei che i miei quadri fossero in tutte le case del mondo, meglio dove si sta di più. Anche in cucina. Mi piacerebbe che puzzassero di fritto”. Da allora, la prerogativa della Galleria Fidia è stata quella di porre in evidenza un giusto equilibrio tra l’aspetto spirituale e la consistenza fisica, tra l’incorporeo e il totemico. Nonché tra il valore artistico e il valore economico delle opere d’arte proposte.
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Fausto Fiume, si è sentito supportato, in quanto gallerista, dalle Istituzioni durante e dopo il lockdown?
Il supporto ricevuto, in termini economici, sia durante che dopo il periodo di lockdown è stato proporzionale alle capacità e alle risorse che il nostro paese può mettere in campo in casi di emergenza. In termini di attenzione ricevuta, anche un caffè offertoci al bar può avere la sua buona valenza. Ma resta il fatto che la considerazione della figura del gallerista così come di ogni altro operatore culturale, è da sempre ritenuta marginale, nonostante si cerchi da anni di bilanciare gli aspetti generativi di PIL, probabilmente non entusiasmanti, con il lustro e l’immagine che è in grado di produrre il sistema dell’Arte italiano, il quale, a livello di produttività, rappresenta una vera eccellenza.
Come pensate, concretamente, sarebbe opportuno agire per supportare tutta la filiera artistica?
Se dobbiamo dare un’accezione di concretezza bisognerebbe, in primis, definire i confini all’interno dei quali inquadrare l’intera filiera. Purtroppo o per fortuna oggi l’offerta e la commistione di generi artistici è davvero incontenibile e variegata. Le esposizioni sono ovunque. Gli artisti sono ovunque. Curatori e critici ovunque. Dealer e galleristi e consulenti ovunque. E così residenze, progetti, workshop, webinar, dirette e via di seguito. Tutto ciò rende il nostro parterre davvero esteso, rendendo di fatto impossibile o per lo meno difficilissimo, un aiuto mirato verso quella che rappresenta la reale capacità produttiva del settore.
L’online è davvero un’opportunità per l’arte?
Soprattutto nell’ultimo periodo, l’online ha rappresentato l’unica possibilità di contatto con gli appassionati d’arte. Una opportunità sicuramente, ma che deve rimanere confinata a strumento utile per farsi un’idea alla quale deve sempre seguire il contatto diretto con l’opera, lo spazio che la ospita ed il suo referente. I problemi su come definire gli attori della filiera artistica, nel mondo dell’online vengono, se possibile, amplificati; difficile pertanto avvicinare al settore un pubblico nuovo e sempre più vasto e che non possa cadere in facili lusinghe dettate dalla finanza dell’arte.
Come riprenderanno, tra regole da seguire e accessi, le vostre attività estive?
La frequentazione delle gallerie e degli spazi museali, fatte le dovute eccezioni, è ahimè generalmente molto modesta. Se si estrapolano le giornate dedicate alle inaugurazioni delle mostre dubito che in media qualunque tipo di galleria d’arte possa avere più di due/tre visitatori giornalieri occasionali. Credo pertanto che gli operatori con sede fissa non avranno nessuna difficoltà ad adeguarsi alle nuove normative circa il distanziamento sociale! Discorso a parte, invece, per le fiere del settore che concentrano il loro operato nel giro di un fine settimana con un buon afflusso di visitatori per i quali bisognerà predisporre un percorso a scorrimento “veloce” e probabilmente contingentato.
Quali le mostre e i progetti che arriveranno durante l’autunno e l’inverno?
Da quattro anni a questa parte dedichiamo la nostra ripresa delle attività all’organizzazione di RAW (Rome Art Week) prevista per l’ultima settimana di ottobre; un progetto ambizioso sulla nostra città che ha l’obiettivo di costituire una rete tra artisti, strutture, critici, curatori e pubblico. A seguire, nel mese di novembre, ospiteremo una doppia personale che metterà in relazione le opere del nostro giovane artista Flavio Tiberio Petricca con le fotografie di Alessandra Cagnazzo. A dicembre la consueta e selezionata esposizione di opere della galleria con autori affermati sul mercato che spaziano dalla Scuola di Piazza del Popolo a Forma 1, dall’Arte Povera alla Nuova Scuola Romana.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.