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Nuovo dpcm, chiudono teatri e cinema. Gli appelli di attori, associazioni e assessori: “Ascoltateci”

Last Updated on 26/10/2020

Chiudono teatri, cinema e sale da concerto: queste alcune delle nuove misure contenute nel nuovo Dpcm in vigore fino al 24 novembre. Franceschini: “Il digitale puó sostenere il teatro e tutto lo spettacolo dal vivo”. Le associazioni: “Cinema e teatri luoghi più sicuri in Italia. Ascoltateci”. E arriva anche una petizione online…

“Chiudono teatri, cinema e sale da concerto”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, illustrando le nuove misure contenute nel Dpcm che è entrato ufficialmente in vigore fino al 24 novembre. Poi ha sottolineato: “una decisione questa particolarmente difficile. Il mondo della cultura è in forte sofferenza ormai da mesi. Restano aperti invece i musei. Tutte le fiere, anche internazionali, sono invece sospese”.

“Mi rendo conto dei nuovi sacrifici che stiamo chiedendo soprattutto ad alcune categorie – aggiunge il presidente del Consiglio – penso ai ristoratori, ai gestori di palestre, penso agli artisti e ai lavoratori dello spettacolo, ma anche ai commercianti e agli artigiani. Sono già pronti gli indennizzi a beneficio di tutti coloro che verranno penalizzati da queste nuove norme”.

Cosa cambierà con il nuovo DPCM per teatri, musei e cinema

Il nuovo Dpcm firmato dal Governo, che resterà in vigore fino al 24 novembre, prevede la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Per quanto riguarda i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura il servizio di apertura al pubblico è assicurato a condizione che detti istituti e luoghi, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, nonché dei flussi di visitatori (più o meno di 100.000 l’anno), garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

Il servizio è organizzato tenendo conto dei protocolli o linee guida adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Le amministrazioni e i soggetti gestori dei musei e degli altri istituti e dei luoghi della cultura possono individuare specifiche misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di tutela dei lavoratori, tenuto conto delle caratteristiche dei luoghi e delle attività svolte; resta sospeso il libero accesso a tutti gli istituti e ai luoghi della cultura statali la prima domenica del mese.

Le misure di sostegno

“Arriveranno – prosegue Conte – nuovi contributi a fondo perduto, ci saranno crediti d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre, verrà cancellata la II rata Imu, verrà confermata la cassa integrazione; verrà anche offerta una nuova indennità mensile una tantum per gli stagionali del turismo, dello spettacolo e lavoratori intermittenti dello sport”.

Le parole del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini

“Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”. Lo scrive su Twitter il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Poi, in successive comunicazioni, ha anche sottolineato l’importanza del digitale e di nuovi fondi in arrivo.

“Grazie a Stefano Massini per il suo bellissimo “Esistere è resistere”. Il digitale non sostituirà mai l’esperienza dal vivo, ma in questa fase puó sostenere il teatro e tutto lo spettacolo dal vivo. Stasera vedo “Storie” di Stefano in diretta sui social del Piccolo Teatro di Milano”. Lo scrive su Twitter il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. In una nota stampa, invece, si legge: “Ulteriori 5 milioni di euro vengono destinati agli operatori dello spettacolo viaggiante, portando a 10 milioni di euro il totale delle risorse disponibili per sostenere questa categoria che, come visto nella manifestazione nazionale di Piazza del Popolo a Roma di giovedì, è in grande sofferenza”.

Le proteste a sostegno della cultura degli Assessori alla Cultura delle principali città italiane

Una sospensione “ingiustificata” per la cultura in Italia, uno dei comparti produttivi italiani “più rilevanti” del Paese che produrrà “effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato”. Gli assessori alla Cultura delle più grandi città italiane – tra cui Roma, Firenze, Napoli, Milano, Firenze, Torino e Genova – scrivono al governo per chiedere una revisione della disposizione del nuovo DPCM che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto. La sospensione, dichiarano gli assessori, “colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto”.

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La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti.” ​Claudio Abbado #associazioneunita #dariofranceschini @giuseppeconte_ufficiale @quirinale

Un post condiviso da Pierfrancesco Favino (@pierfrancescofavino) in data: 25 Ott 2020 alle ore 9:25 PDT

Da Stefano Accorsi a Vittoria Puccini, le richieste degli attori e di Unita

“Non siamo tempo libero – si legge nel messaggio che è diventato, in poche ore, virale sui social – siamo lavoro e molto di più. Non condividiamo le decisioni prese su cinema e teatri, e non da oggi. Come intendete sostenere i lavoratori? Perché non ci ascoltate, rispondendo alla nostra richiesta di un incontro?”. In tanti, tra cui Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino, hanno condiviso l’appello accompagnandolo con una frase del direttore d’orchestra Claudio Abbado: “La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti”.

Queste le richieste della sigla Unita, nata a giugno di quest’anno e con presidente Vittoria Puccini: “1) Tenere aperte le sale con gli orari degli spettacoli anticipati a prima del coprifuoco. 2) Introdurre i protocolli di sicurezza per il teatro (su modello del protocollo audiovisivo) per artisti, tecnici e maestranze. 3) Far rispettare il comma 5 dell’art.19 del CCNL della Prosa in caso di sospensione della produttività. 4) Creare ammortizzatori sociali continuativi per colleghe e colleghi in difficoltà fino al termine dell’emergenza”.

Le parole di Cultura Italiae, C.Re.S.Co e 100autori

“Il teatro e il cinema non possono fermarsi perché sono la riserva invisibile di senso, per la vita pubblica e individuale dei nostri concittadini”, è l’appello lanciato dall’associazione Cultura Italiae che ha superato – ad ora – le 26mila firme e che chiede di mantenere indistintamente aperti tutti i luoghi della cultura. C.Re.S.Co, il coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, chiede “l’attivazione immediata di tavoli specifici di confronto” per lo spettacolo dal vivo, mentre per l’Associazione 100autori il nuovo stop è “un colpo che può diventare mortale”. E appare anche la petizione su change.org: “Non chiudiamo Cinema e Teatri”.

Anica, chiusura cinema sia assolutamente temporanea

In una nota dell’Anica, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, si legge:
“Ricordiamo che le sale cinematografiche hanno scrupolosamente applicato in questi mesi protocolli severi, elaborati grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria, riuscendo così a garantire la sicurezza degli spettatori e trasformando le sale in luoghi a contagio zero – prosegue la nota -. I distributori, in particolari quelli italiani, hanno strenuamente resistito continuando a programmare film anche contro ogni logica economica, nell’incertezza assoluta di fronte ai diversi e improvvisi provvedimenti che hanno reso vana qualsiasi forma di pianificazione. Ci impegneremo perche’ il provvedimento di oggi abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, fatta di sacrifici complessi ed economicamente dolorosi, si deve giungere al più presto ad una riapertura programmata, con la piena collaborazione tra il governo, le istituzioni ed esercenti, distributori e produttori”.

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