Matteo Renzi su Mes e Recovery Fund: “Se su 200 miliardi l’Italia ne mette solo 3 su cultura e turismo stiamo perdendo noi stessi”
Last Updated on 05/02/2021
“Recuperando i denari del Mes, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo”. Sono le parole di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Poi prosegue: “Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi”

Le considerazioni di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, su Mes e Recovery Fund. Secondo lui, recuperando i 36 miliardi del Mes, è possibile liberare i 9 miliardi per la sanità attualmente previsti dalla bozza del Recovery Plan, che al momento riserva alla cultura soltanto 3,1 miliardi. In questo modo la cultura sarebbe il settore meno finanziato nella bozza, con poco più dell’1% del totale. Secondo Renzi, invece, i 9 miliardi recuperati dovrebbero essere investiti in cultura.
“Recuperando i denari del Mes, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo”
“Qual è la ragione del nostro rifiuto? – domanda Renzi in relazione al dibattito sul Mes – I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del Mes. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro Presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in Sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del Mes mi appare ogni giorno più incomprensibile. Recuperando i denari del Mes, possiamo allocare i nove miliardi originariamente previsti per la sanità su un settore decisivo per il nostro futuro: la cultura e il turismo”.
Renzi sul Recovery Fund: “Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi”
“Bisogna smetterla con una visione ottocentesca di musei e teatri, come se questi possano essere considerati meri divertissements per annoiati signori: sono la base della nostra identità. E i professionisti che vi lavorano meritano di essere trattati come tali: gli operatori della cultura non sono quelli ‘che ci fanno divertire’ ma coloro che ci ricordano chi siamo, perché viviamo, perché amiamo, perché siamo ancora capaci di sognare. Se davanti a un piano di 200 miliardi l’Italia mette solo 3 miliardi sulla cultura e sul turismo stiamo perdendo noi stessi. Presidente, hai idea di come stanno soffrendo alberghi, ristoranti, città d’arte, operatori?”
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.