Le rovine del Tempio di Iside di via Labicana
Il Tempio di Iside di via Labicana, a Roma, era un vasto santuario dedicata ad Iside e Serapide, situato alle pendici del Colle Oppio. Fu costruito per volontà di Quinto Cecilio Metello Pio, nel I secolo a.C….

Una piccola bellezza dimenticata, trascurata, che meriterebbe ben più attenzione. Parliamo di ciò che rimane del Tempio di Iside di via Labicana, a Roma, vasto santuario dedicata ad Iside e Serapide, situato alle pendici del Colle Oppio, nella regione che dal tempio appunto aveva preso il nome (Regio III Isis et Serapis). Ciò che rimane oggi visibile, presso l’odierna via Labicana, è soltanto una massiccia spoglia muraria tra la stessa via Labicana e via Merulana.
Forse il primo tempio dedicato a Iside, costruito per volontà di Quinto Cecilio Metello Pio, nel I secolo a.C.
Questo probabilmente fu il primo tempio dedicato a Iside, costruito per volontà di Quinto Cecilio Metello Pio, nel I secolo a.C.. L’ingresso a Roma del culto di Iside avveniva, in questa ipotesi, ad opera di un membro dell’aristocrazia senatoria, che cominciava ad apprezzare gli elementi di rinforzo del carisma personale dei capi, che questi culti veicolavano presso le classi subalterne. Dell’Isium Metellinum, citato nell’Historia Augusta, non sono certi tuttavia né l’esatta ubicazione, né le dimensioni. Anche se non si può escludere che fosse proprio questo il luogo di culto che diede nome alla Regio.
L’impianto fu presumibilmente abbandonato a causa dei decreti teodosiani di fine IV secolo
L’impianto fu presumibilmente abbandonato a causa dei decreti teodosiani di fine IV secolo. Questi vietavano definitivamente i culti romani tradizionali e sanzionavano gli eventuali superstiti fedeli. L’archeologo Rodolfo Lanciani ricorda come nel 1888, scavando per costruire un nuovo immobile alle spalle dell’attuale piazza Iside, furono trovati resti di un edificio di VII-VIII secolo nelle cui fondazioni erano stati usati materiali provenienti dal santuario d’Iside.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.