Tocatì, i giochi di tradizione candidati a Patrimonio Unesco
Il Tocatì – programma condiviso di salvaguardia dei giochi antichi e tradizionali – è un progetto multinazionale promosso dalla città di Verona dedicato alla ludo-diversità, con capofila l’Italia e compartecipato da Francia, Belgio, Croazia, Cipro...

“La candidatura del Tocatì al Registro delle buone pratiche Unesco è davvero una bella notizia che ci fa ben sperare nel futuro. I giochi antichi sono pratiche radicate nella vita delle comunità che migliorano la coesione sociale. Superato il deserto della pandemia torneremo a giocare nelle strade e nelle piazze delle nostre città”. Si è espresso così il Ministro della cultura Dario Franceschini in occasione della candidatura italiana Unesco del Tocatì a Patrimonio Culturale Immateriale.
Cos’è il Tocatì
Il Tocatì – programma condiviso di salvaguardia dei giochi antichi e tradizionali – è un progetto multinazionale promosso dalla città di Verona dedicato alla ludo-diversità. Ha capofila l’Italia con la partecipazione da Francia, Belgio, Croazia, Cipro. Il percorso di patrimonializzazione è promosso dall’iniziativa della comunità ludica “Associazione Giochi Antichi” e dal “Festival Tocatì” di Verona. Ma include anche una vasta rete di gruppi ludici istituzioni e stakeholders diffusi nell’intero territorio italiano, quale esempio di cooperazione nazionale ed internazionale basata fortemente sullo scambio di conoscenze, esperienze e di ricerca partecipativa.
L’esito è atteso nel 2022
L’Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura ha coordinato l’attività istruttoria di candidatura in collaborazione con gli altri Ministeri stranieri e le comunità di pratica direttamente interessate. La candidatura sarà sottoposta, attraverso la Rappresentanza italiana presso l’UNESCO, alla valutazione da parte degli organi tecnici della Convenzione UNESCO del 2003 e consultivi del Comitato Intergovernativo. L’esito è atteso nel 2022.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.