I capolavori di Roma – Il Baldacchino di San Pietro, splendido connubio di scultura e architettura
Il Baldacchino di San Pietro è una delle opere più famose di Gian Lorenzo Bernini, nonché uno dei capolavori indiscussi di Roma. Realizzato tra il luglio 1624 e il 1633, vide coinvolto anche Francesco Borromini, suo assistente per la parte architettonica…

Il Baldacchino di San Pietro è una delle opere più famose di Gian Lorenzo Bernini, nonché uno dei capolavori indiscussi di Roma. Splendido connubio di scultura e architettura, si trova all’interno della basilica di San Pietro in Vaticano.
Gian Lorenzo Bernini coinvolse anche Francesco Borromini, suo assistente per la parte architettonica
La struttura è un monumentale ciborio barocco ideato per segnare il luogo del sepolcro del santo, inserendosi sullo spazio semicircolare della confessione. Fu realizzato da Gian Lorenzo Bernini tra il luglio 1624 e il 1633, ma vide coinvolto anche Francesco Borromini, suo assistente per la parte architettonica. Fu inaugurata il 28 giugno 1633 da papa Urbano VII.
In perfetta armonia e proporzione con l’architettura circostante
Il Baldacchino del Bernini è di dimensioni considerevoli, addirittura 28,5 m di altezza, nonostante le quali, risulta in perfetta armonia e proporzione con l’architettura circostante. Si trova sopra la cripta della Basilica, luogo che ora prende il nome di “Grotte Vaticane”, all’interno delle quali sono custodite le spoglie dei Papi, ma non tutti, che si sono succeduti nella storia del Vaticano.
La funzione del Baldacchino di San Pietro
Il Baldacchino è un arredo liturgico impiegato nella tradizione cristiana cattolica per catturare l’attenzione dei fedeli verso il punto cruciale della chiesa, fulcro della celebrazione religiosa: l’altare maggiore (dove, infatti, quest’ultimo è collocato), il quale sottolinea l’importanza del Papa come intermediario tra Dio e gli uomini e come erede di San Pietro.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.