“Le strade di casa”, al Museo Nazionale Etrusco le fotografie di Salvatore Piermarini e Vito Teti
Dal 22 settembre al 6 novembre, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la mostra fotografica “Le strade di casa. Anatomia di una comunità”, con le fotografie di Salvatore Piermarini e Vito Teti

Si potrà visitare dal 22 settembre al 6 novembre, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la mostra fotografica intitolata “Le strade di casa. Anatomia di una comunità”, con le fotografie di Salvatore Piermarini e Vito Teti. La mostra raccoglie la ricerca condotta nell’arco di quasi trent’anni dal fotografo Salvatore Piermarini (1949- 2019) con l’antropologo Vito Teti su una comunità calabrese divisa tra San Nicola da Crissa (VV) e Toronto. Col patrocinio della Regione Calabria e del Comune di San Nicola da Crissa. A cura di Alfredo Corrao e in collaborazione con la FullMind Lab.
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Le opere in mostra
Le immagini mostrano la dimensione quotidiana, rituale, festiva, comunitaria di un paese calabrese a inizio Anni Ottanta del Novecento e il suo dilatarsi, trasferirsi, risorgere in Canada. Ne vengono documentati i caratteri e le mutazioni antropologiche di un paese doppio. Riti, feste, volti, dimensione religiosa, socialità di un paese unito nelle tradizioni, anche se diviso da un oceano. Un paese che viene splendidamente ritratto da un fotografo esterno e un antropologo interno al mondo osservato.
La presentazione del libro Homeland di Vito Teti
L’evento sarà preceduto, nella sala della “Fortuna”, dalla presentazione del libro Homeland (Rubbettino editore, 2021) di Vito Teti alle ore 17.00. Con introduzione del Direttore del Museo Dr. Valentino Nizzo e interventi dell’Autore, del Prof. Maurizio Serio (Rubbettino ed.), dei curatori Alfredo Corrao e Silvana Bonfili e del semiologo Alberto Gangemi.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.