Il dipinto del 1503 – La Pala di Castelfranco, unicum artistico di Giorgione
La Pala di Castelfranco è un dipinto a olio su tavola di pioppo conservato nella sua collocazione originaria in una cappella nel Duomo di Castelfranco Veneto. Tale opera, l’unica pala d’altare da lui realizzata, influenzò profondamente l’arte veneta successiva…

La Pala di Castelfranco è un dipinto a olio su tavola di pioppo (200×152 cm) di Giorgione, databile intorno al 1503, e conservato nella sua collocazione originaria in una cappella nel Duomo di Castelfranco Veneto. Tale opera, l’unica pala d’altare da lui realizzata, influenzò profondamente l’arte veneta successiva. A commissionarla fu il condottiero della Repubblica Veneta, Tuzio Costanzo, per la cappella di famiglia nel duomo di Santa Maria Assunta e Liberale a Castelfranco, in occasione della morte del figlio Matteo a Ravenna nel corso di una campagna militare per conto della Repubblica di Venezia.
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Analisi dell’opera
La Pala di Castelfranco raffigura la Madonna col Bambino su un alto trono, a sua volta sopra un basamento che poggia su un sarcofago di porfido, con lo stemma della famiglia Costanzo, che idealmente racchiudeva il figlio morto del committente. L’organizzazione iconografica della scena rappresenta una piramide. Al vertice troviamo la testa della Vergine, mentre alla base due santi, a destra Francesco e a sinistra Nicasio.
Un quadro “a metà”
L’artista abbandonò, rispetto ai modelli lagunari, il tradizionale sfondo architettonico, dividendo lo sfondo a metà. Una terrena inferiore, con il pavimento a scacchi in prospettiva e un parapetto liscio di colore rosso come fondale. L’altra celeste superiore formata da campagne e colline con figure di guerrieri e un borgo fortificato, dove si distingue lo stemma del Leone di San Marco. Rimane però il perfetto uso della luce atmosferica, che avvolge con toni morbidi i vari piani e le figure.
Il furto del 1972
Il 10 dicembre 1972 la pala fu trafugata dal duomo di Castelfranco Veneto e ritrovata dopo circa tre settimane in un casolare abbandonato, sembra dopo il pagamento di un riscatto. Dal 2006 è stata riportata, dopo aver subito un lungo restauro, al luogo d’origine.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.