Storia del Natale a Roma – Le antiche tradizioni del 25 dicembre
La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre è della metà del IV secolo, in una sorta di calendario illustrato redatto proprio per un aristocratico romano…

Il presepe al centro dello scenografico abbraccio del colonnato di Bernini a San Pietro, il messaggio Urbi et Orbi pronunciato dal pontefice dalla Loggia delle Benedizioni, il mercatino intorno alle fontane barocche di piazza Navona. Tra consuetudini sacre e profane, a Roma il Natale ha sempre una nota particolarmente solenne.
Le origini della festa del Natale
La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre è della metà del IV secolo, in una sorta di calendario illustrato redatto proprio per un aristocratico romano. Ma anche la scelta della data risentirebbe di ricorrenze e riti legati al mondo pagano e al solstizio d’inverno: i banchetti e gli scambi di doni che caratterizzavano i Saturnali – le festività più allegre del calendario romano – e la festa del “Dies natalis Solis Invicti”, celebrata proprio il 25 dicembre. E dedicata appunto al dio Sole, in cui onore già all’epoca si mangiava quel “pane” dorato e rotondo, il pangiallo, che fu per secoli immancabile sulla tavola natalizia della Roma dei Papi, insieme ai mostaccioli e al torrone romano.
La messa di mezzanotte e la visita ai presepi
Terminato il cenone e la classica tombolata, i romani accorrevano in massa alla messa di mezzanotte. La più famosa e suggestiva è oggi forse quella nella basilica di San Pietro ma il primato spettò a lungo a Santa Maria Maggiore. Detta “ad Praesepe” per le reliquie della “sacra culla”, la basilica conserva anche il primo presepe moderno della storia, scolpito da Arnolfo Di Cambio alla fine del Duecento. Fino all’inizio del Novecento, si potevano visitare straordinari presepi, sia in chiese come quella di San Marcello al Corso e nella basilica dei Santi Cosma e Damiano, che nelle case delle ricche famiglie romane. Ma il presepe per eccellenza è da sempre quello dell’Aracoeli, il cui Bambino Gesù, il “pupo” o bambinello, è stato oggetto da sempre di una venerazione particolare. Agli inizi degli anni Novanta, l’originale fu trafugato e sostituito da una copia.
Da https://www.turismoroma.it/it/page/dicembre-roma-appuntamento-con-la-tradizione-di-ieri-e-di-oggi
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.