Skip to content

Intervista a Luigi Ballarin: “La mia arte ponte tra Oriente e Occidente”

C’è amore e coraggio nell’arte di Luigi Ballarin, pittore veneto curioso e poliedrico, appassionato della vita e delle sue contraddizioni, arrivato alla maturità artistica con mostre che spaziano dall’Asia all’Europa e agli Stati Uniti…

C’è amore e coraggio nell’arte di Luigi Ballarin, pittore veneto curioso e poliedrico, appassionato della vita e delle sue contraddizioni, arrivato alla maturità artistica con mostre che spaziano dall’Asia all’Europa e agli Stati Uniti. L’artista inizia la sua carriera artistica negli anni ‘90 a Venezia; nel 2000 si trasferisce a Roma e, dopo un invito per una mostra personale, si innamora di Istanbul. Attualmente vive e lavora nelle tre città, creando un unione tra culture diverse con un linguaggio unico e originale.

L’arte di Luigi Ballarin è infatti unione tra Oriente e Occidente e sintetizza in immagini iconiche le suggestioni delle arti minori, che percorrevano i cammini degli scambi commerciali e dei viandanti, e fondevano le diverse tradizioni: le decorazioni delle maioliche, lo smalto delle oreficerie, i ricami dei tessuti preziosi.

Leggi le altre interviste di Uozzart.com

Luigi Ballarin, che cos’è l’arte per te?

L’arte è esprimere le proprie emozioni imprimendole in una tela, emozioni che si manifestano attraverso un pennello. Il mio amore per l’arte orientale e la cultura occidentale è rappresentato dalla scelta delle decorazioni, realizzate con una tecnica personale materica  e luminosa, che si ispirano agli ornamenti di maioliche  e tessuti, arti che nella storia sono stati punti di incontro tra i due mondi, Oriente  ed Occidente.

Quando hai mosso i primi passi nel mondo dell’arte?

Ho sempre dipinto fin da quando ero bambino, ma senza addentrarmi in studi accademici. Era, o meglio, sentivo una passione che cresceva piano piano ma senza affermarsi distintamente. Alla soglia dei 40 anni, pertanto ormai un paio di decenni fa decisi di iniziare in maniera decisa e determinata. E da quel momento è stato un lento crescendo.

I grandi nomi dell’arte a cui ti sei ispirato e altri da cui ti sei discostato?

Ho iniziato da subito ad addentrarmi nel mondo islamico, sia in studi filosofici che in accademici. Ma non mi considero sicuramente un pittore orientalista. Uno dei nomi che mi ha ispirato da subito è stato Mondino, grande protagonista di opere nuove eclettiche legate ad un mondo nord africano e del quale con piacere proprio in questi giorni ho letto  la notizia di una sua mostra al museo Santa Maria della Scala a Siena dove io ho esposto lo scorso luglio la mostra “ La mossa del Cavallo “. Sicuramente non sono in linea con  artisti che seguono il filone politico o di protesta verso la società.

Come la tua tecnica, negli anni, si è evoluta durante questa costante ricerca stilistica?

Ho iniziato come tutti nell’usare il pennello in maniera tradizionale. Poi la ricerca mi ha portato alla scoperta di smalti acrilici con i quali creo i mie lavori. La ricerca è stata lunga e laboriosa. All’inizio erano dei piccoli vasetti di smalti nei quali intingevo un bolino all’interno del vasetto e riportavo  il colore sul dipinto avendo già dato una base di colore. La tecnica rende molto il concetto del puntinismo  dal quale non mi sono mai distaccato. In seguito la ricerca mi ha condotto a trovare smalti acrilici con i quali ora maggiormente compongo i miei lavori. Non uso il pennello se non solo per gli sfondi neutri e cerco di dare un giusto calibro per la resa di ogni disegno

Come scegli i colori nelle tue opere?

Oserei dire in maniera  spontanea, non riesco mai a programmare l’armonia dei colori sui soggetti del quadro. Tutto nasce spontaneamente. La gamma di colori è estesa e quindi è facile creare opere con gli smalti in commercio, Da poco, sempre per il desiderio di sperimentare, ho iniziato a creare delle mescolanze che rendono a volte delle nuance di colore quasi indefinite oppure a volte riesco a riprodurre il colore delle gemme o pietre, tipo lapis o malachite.

Quali sono le tre opere a cui sei più legato?

Ho un’ampia produzione artistica, pertanto molte sono le opere alle quali sono legato. Ho cercato nei cassetti della mia memoria e nell’immediato ho scelto delle opere più o meno recenti che mi legano anche allo spazio espositivo nei quali sono stati presenti.

Luigi Ballarin, un tuo piccolo grande sogno d’arte? 

La fatica, il rigore, il rispetto, le porte sbattute in faccia, nel tempo mi hanno sempre aiutato ad affrontare con serenità e audacia qualsiasi momento critico o di abbandono. Non ho mete da raggiungere, cerco di guadagnarmele piano piano. E in questi ultimi anni ci sto riuscendo ma so anche che sono momenti che possono durare per poi essere abbandonati per anni. Approdare nei maggiori musei italiani, tipo il Santa Maria della Scala di Siena, il Mart di Rovereto e tanti altri all’estero è già realizzare sogni che probabilmente fino a qualche anno fa erano irraggiungibili. Essere scelto da varie ambasciate italiane all’Estero è anche un sogno che si sta realizzando. I desideri o i sogni preferisco tenerli nel mio cuore forse anche per riservatezza.

Appassionato di arte, teatro, cinema, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine FacebookTwitterGoogle News e iscriviti alla nostra newsletter

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Ads Blocker Detected!!!

We have detected that you are using extensions to block ads. Please support us by disabling these ads blocker.

Powered By
100% Free SEO Tools - Tool Kits PRO

Scopri di più da Uozzart

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading