Piazza delle Coppelle, il segreto del suo nome e le bellezze della sua Chiesa
La caratteristica Piazza delle Coppelle si trova nel Rione Sant’Eustachio a Roma, a pochi passi dal Pantheon. Questa prende il nome dalle ciotole in legno contenenti cinque litri, o 10 “fojette” in romanesco…

La caratteristica Piazza delle Coppelle si trova nel Rione Sant’Eustachio a Roma, a pochi passi dal Pantheon. Questa prende il nome dalle ciotole in legno contenenti cinque litri (10 “fojette” in romanesco), le coppelle appunto, che venivano vendute dai commercianti proprio in questo luogo e che gli antichi romani utilizzavano per trasportare e contenere l’acqua acetosa, l’aceto, il vino o la stessa acqua del Tevere. Il termine “coppella” deriva infatti dal latino “cupa”, ossia barile.
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La piazza, la Chiesa e il mercato
Topograficamente Piazza delle Coppelle ha la forma di una U che circonda la chiesa medievale di San Salvatore alle Coppelle. Una leggenda narra che la chiesa, datata intorno al XI secolo, fosse stata edificata sui resti della dimora di S. Abbasia, un’antica nobildonna romana. Sul suo retro, si trova la porzione principale di Piazza delle Coppelle sita in un angolo isolato: qui si trova anche un mercato rionale.
Chiesa di San Salvatore alle Coppelle
Dal 31 marzo 1914 l’edificio è la chiesa nazionale dei romeni greco-cattolici ed è officiata in rito bizantino. Un’iscrizione murata nell’interno della chiesa attesta che fu consacrata da papa Celestino III il 26 novembre 1195, anche se non è da escludere che tale iscrizione faccia riferimento ad un restauro, e non alla costruzione vera e propria della chiesa, la quale perciò sarebbe più antica.
Cosa vedere all’interno della Chiesa
L’interno mantiene la divisione medievale a tre navate. Tre le cose da ricercare: entrando sulla destra si nota l’epigrafe che ricorda la consacrazione della chiesa nel 1195 da parte di Celestino III. Sulla parete di fondo della cappella della Vergine, invece, si scorge un frammento affrescato trecentesco di una Dormitio Virginis molto rimaneggiata. Nella navata centrale, invece, l’iconostasi con l’Ultima Cena e figure di santi.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.