Il 25 ottobre 1976 partiva l’Almanacco del giorno dopo: contenuti e curiosità sul programma cult
Era il 25 ottobre 1976, alle 19:45, quando andava in onda la prima puntata di “Almanacco del giorno dopo”, storico programma televisivo trasmesso su Rai 1 sino al 26 febbraio 1994. La conduttrice storica dell’Almanacco è stata l’annunciatrice Paola Perissi

Era il 25 ottobre 1976, alle 19:45, quando andava in onda la prima puntata di “Almanacco del giorno dopo”, storico programma televisivo trasmesso su Rai 1 sino al 26 febbraio 1994, con una interruzione dal 19 gennaio al 18 ottobre 1992. La conduttrice storica dell’Almanacco è stata l’annunciatrice Paola Perissi, ma si ricordano anche Maria Giovanna Elmi, da Peppi Franzelin e Nicoletta Orsomando. Storicamente la trasmissione andava in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato alle ed era seguita da Che tempo fa; lo scopo di entrambi i programmi era quello di fare da traino al TG1 delle 20:00.
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I contenuti principali del programma televisivo
Il programma presentava ogni giorno la stessa scaletta aprendosi con l’indicazione delle effemeridi del sole e della luna. Seguiva una breve biografia del santo del giorno corredato con le immagini, subito dopo la rubrica “Domani avvenne”, con filmati storici, dedicati a un fatto accaduto in passato nel giorno dopo. A seguire andavano in onda rubriche di vario argomento, dalla scienza allo studio dell’italiano.
Dal 26 gennaio 1988 fino a metà 1990, dopo la rubrica “Domani avvenne” fu collocato l’inserto scientifico “Pillole di Quark”, un commento da parte di Piero Angela a un tema scientifico alla cui spiegazione contribuivano alcuni disegni animati. Seguiva quindi uno spezzone di cartoni animati italiani o stranieri, come Braccio Di Ferro, Tom & Jerry e Betty Boop. La trasmissione veniva conclusa ogni sera da una citazione d’autore, affidata a noti annunciatori della RAI, cui si accompagnava la sigla di coda.
La famosa sigla Chanson balladée
A rendere iconico il programma è stata anche la sigla intitolata Chanson balladée, un rondeau in stile rinascimentale composto da Antonino Riccardo Luciani, falsamente attribuito a Guillaume de Machaut, insieme a Clerici vagantes, intermezzo della rubrica Domani avvenne.
I dodici mesi
Le immagini della sigla venivano riprese sulle facce di un prisma a dodici facce sulle quali erano rappresentati i mesi dell’anno, tratte da una stampa realizzata all’acquaforte da Giuseppe Maria Mitelli, incisore bolognese del XVII secolo e custodite presso la Biblioteca Casanatense di Roma.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.