L’Ara Com’era, all’Ara Pacis l’archeo-show sino al 6 gennaio
Last Updated on 05/09/2019
L’Ara com’era, la visita immersiva e multisensoriale dell’Ara Pacis, a partire da domenica 11 novembre 2018 e fino al 6 gennaio 2019, estende la sua apertura a tutte le sere della settimana.
Dalle 19.30 alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00), sarà possibile assistere all’innovativo archeo-show, il primo intervento sistematico di valorizzazione del patrimonio culturale di Roma. Riproposto in una versione molto coinvolgente grazie all’integrazione tra computer grafica, realtà virtuale e aumentata.

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Ara Pacis, la magia della storia e dell’archeologia
Un racconto che consente la visita ad uno dei più importanti capolavori dell’arte romana, costruito tra il 13 e il 9 a.C. per celebrare la Pace instaurata da Augusto sui territori dell’impero. Tra ricostruzioni in 3D e computer grafica, realtà virtuale e aumentata, i visitatori potranno ammirare l’Ara Pacis con i suoi colori originali e il Campo Marzio.
Il progetto è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzato da Zètema Progetto Cultura e affidato a ETT SpA. La narrazione è affidata alle voci di Luca Ward e Manuela Mandracchia.
Tutte le informazioni
Roma, Museo dell’Ara Pacis – Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli). I visori non sono utilizzabili al di sotto dei 13 anni; la visita ha la durata di circa 45 minuti; disponibile in 5 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco. Tutte le sere dalle 19.30 alle 23.00 (ultimo ingresso ore 22.00). Biglietto d’ingresso: Intero € 12,00; ridotto € 10,00.
La storia dell’Ara Pacis
“Quando tornai a Roma dalla Gallia e dalla Spagna, sotto il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, portate felicemente a termine le imprese in quelle province, il Senato decretò che si dovesse consacrare un’ara alla Pace augustea nel Campo Marzio e ordinò che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero ogni anno un sacrificio”.
Augusto
E’ con queste parole che Augusto nelle Res Gestae, suo testamento spirituale, ci ha tramandato la volontà del Senato di costruire un altare alla Pace, a seguito delle imprese da lui portate a termine a nord delle Alpi tra il 16 e il 13 a.C., tra cui l’assoggettamento dei Reti e dei Vindelici, il controllo definitivo dei valichi alpini, la visita alla Spagna finalmente pacificata, la fondazione di nuove colonie e l’imposizione dei nuovi tributi.
La dedicatio dell’Ara Pacis, la sua inaugurazione, ebbe luogo il 30 gennaio del 9 a.C. Sembra, stando alla testimonianza dello storico Cassio Dione (LIV, 25.3), che in un primo momento il Senato avesse proposto di edificare l’altare all’interno della sua stessa sede, la Curia. Ma l’idea non ebbe seguito e fu preferito il Campo Marzio settentrionale. L’altare dedicato alla pace veniva così a trovarsi, non a caso, al centro del vasto pianoro sul quale tradizionalmente si svolgevano le manovre dell’esercito, della cavalleria. E, in tempi più recenti, le esercitazioni ginniche della gioventù romana.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.