La “macabra” Chiesa dei Cappuccini, oltre la mondanità di via Veneto
Last Updated on 24/01/2020
Nella via capitolina celebrata dalla filmografia felliniana, un luogo di culto rivela aspetti insoliti e oscuri. Non consegnati all’immaginario collettivo
Nella via capitolina celebrata dalla filmografia felliniana, un luogo di culto rivela aspetti insoliti e oscuri. Non consegnati all’immaginario collettivo. Benvenuti nella bellissima Chiesa dei Cappuccini…
Uno scrigno di opere preziose
Santa Maria della Concezione, edificata da Urbano VIII per omaggiare il fratello, il cardinale cappuccino Antonio Barberini (qui sepolto), viene consacrata nel 1630. All’edificio era originariamente associato un convento di frati dell’ordine dell’alto prelato, poi abbattuto alla fine del XVIII sec. per far spazio a via Vittorio Veneto. La sobria costruzione è impreziosita da opere di massimi pittori: Guido Reni Domenichino, Gherardo delle Notti, Pietro da Cortona e Caravaggio.
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“Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete”
Nella cripta l’incanto per le mirabili tele cede il passo allo sbigottimento. L’ambiente custodisce le spoglie dei frati cappuccini morti tra il 1528 e il 1870. Su un lungo corridoio si affacciano cinque piccole cappelle ornate con oltre quattromila ossa (la cappella delle tibie, dei bacini, dei teschi, dei tre scheletri e della resurrezione). Un ambiente inquietante quindi, concepito secondo il gusto per il macabro, all’interno del quale i resti umani diventano l’unità-base di una decorazione sui generis.
Tra lampadari di vertebre e colonne di femori, prendono vita fiori (emblema di rinnovamento, speranza e purezza), clessidre alate, un orologio (metafore della fugacità del tempo) e bilance (oggetti associati alla Giustizia Divina). Meritevole di attenzione lo scheletro della principessa Barberini con una bilancia e una falce. Esso rappresenta una variante del Tristo Mietitore che recide la vita e arreca uguaglianza tra gli uomini, proprio come la falce che pareggia il campo coltivato.
La cripta, nella sua totalità e concezione, costituisce un efficacissimo memento mori, da leggersi in linea con un passo del Canticum Creaturarum.
«Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; / beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male».
San Francesco
Tutte le info sulla Chiesa dei Cappuccini
Indirizzo: Via V. Veneto 27, Roma 00187
Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.30).
Chiusura: Pasqua, 25 dic., 1 gen.
Costo biglietto: intero € 8.50; ridotto: € 5.00 (under 18 – over 65); ridotto gruppi: € 6.00 (min.10 persone)
Tel.: 06/88803695
Mail: segreteria@cappucciniviaveneto.it
Metro: A, Barberini
Bus: linee 52, 53, 61, 62, 63, 80, 95, 116, 119, 175.
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Ivan Caccavale, classe 1991, storico e critico d’arte. Attratto da forme, colori e profumi sin da bambino, mi sono formato presso il liceo classico. Ho imparato che una cosa bella è necessariamente anche buona (“kalòs kai agathòs”).
Come affermato dal neoplatonismo, reputo la bellezza terrena un riverbero della bellezza oltremondana. Laureato in studi storici-artistici, mi occupo di editoria artistica.
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