Jojo Rabbit, la recensione del film di Taika Waititi
Last Updated on 20/01/2020
Tratta apertamente dal romanzo di Cristina Leunens, esce il 16 gennaio nelle sale italiane la divertente e toccante commedia Jojo Rabbit, con Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie e Scarlett Johansson

Tratta apertamente dal romanzo di Cristina Leunens, esce il 16 gennaio nelle sale italiane la commedia Jojo Rabbit. Scritta, diretta e interpretata da Taika Waititi con Roman Griffin Davis, Thomasin Mckenzie, Scarlett Johansson, Rebel Wilson. Distribuito da Walt Disney Italia / 20th Century Fox. Il film ha avuto due candidature ai Golden globe ed è il vincitore del premio del pubblico 2019 presso il Toronto international Film Festival.
La trama del film
Germania, 1945. In un periodo di crisi per il popolo tedesco legato alla sua imminente sconfitta militare, si ritaglia l’avventura del giovane Johannes “Jojo Rabbit” Betzler. La giovane età del protagonista, 10 anni, ancora legata al gioco e alla libertà della fantasia, lo rende vittima innocente della storia del suo paese.
La dimensione immaginifica che abbraccia la vita del giovane entrerà in contatto, sin dai primi momenti, con quella reale e drammatica della guerra mettendone alla prova la forza del suo coraggio. Apparentemente convinto a perseguire con fede fanatica i principi del partito nazista, scoprirà, lungo il cammino della sua avventura, la sua vera natura.
L’umanità e il coraggio di sua madre Rosie, attiva nella Resistenza, la quale si prende cura di nascondere nella sua stessa casa una giovane donna ebrea, Elsa Korr, e il dolce amore che il piccolo tedesco nutrirà nei suoi confronti, saranno gli elementi chiave della sua crescita. Svelando a lui stesso e allo spettatore il valore umano del suo cuore.
Il piccolo “Jojo” acquisisce i tratti del coniglio non per la codardia bensì per la sua capacità di sopravvivere libero ed indifeso in una realtà di morte ed oppressione.

Il nostro commento
Il gioco che si viene a creare tra la dimensione fantastica in cui vive “Jojo” , il quale intrattiene un rapporto immaginifico con Hitler, e quella del reale, diviene denuncia dell’insensatezza dei principi nazisti. Il film dimostra come l’innocenza di un bambino e la sua capacità di immaginare siano il terreno più fertile per orientare gli ideali di un regime e per macchiarne alle fondamenta la sua purezza.
La concretezza dell’ideale nazista non trova spazio negli occhi dell’umanità, nel contatto con il prossimo, si nasconde infatti nel fittizio, nel non contatto, insidiandosi nell’immaginario collettivo proprio come una leggenda infantile dell’ orrore. La forza del film consiste nel riuscire a ridurre l’atrocità e la pesantezza del dramma nazista all’assurda infantilità che lo caratterizza. Lo disarma per restituirlo agli occhi dello spettatore come il leggero gioco immaginario di un bambino.
Scarlett Johansson, il fascino del coraggio
Il fascino della bellezza di Scarlett Johansson incontra la forza del coraggio nel personaggio di Rosie, madre del piccolo “JoJo”. Simbolo di virtù e umanità , questa si fa carico di crescere da sola suo figlio, in un periodo storico in cui la libertà della vita é intimidita dal potere della morte. La forza del suo carattere si realizza nella capacità di assumersi la responsabilità di donna e madre.
Dal ruolo che investe nei confronti del mondo ne deriva il suo coraggio, da quello di madre emerge la volontà dell’ insegnamento e della protezione. Il calore della sua maternità diviene la prima vera difesa dei valori umani, un modello di forza che grida il diritto alla libertà seguendo il tempo sensibile e femminile della sua danza leggera.
Scheda tecnica del film
Regista: Taika Waititi.
Cast: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Scarlett Johansson, Taika Waititi, Rebel Wilson, Sam Rockwell.
Genere: Commedia, Drammatico.
Anno: 2020.
Paese: Germania
Durata: 108 min.
Data di uscita: 16 gennaio 2019.
Distribuzione: Walt Disney Italia / 20th Century Fox.
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Classe 1996 , laureato presso la facoltà di lettere e filosofia. Il mio interesse per l’arte, declinata nella forma dell’immagine, ha suscitato in me il desiderio di osservarla e amarla attraverso una continua ricerca e analisi delle sue forme e significati. Influenzato dalla magia del rito teatrale ricerco nel cinema quella stessa capacità di trasportare lo sguardo dello spettatore aldilà della rappresentazione.