Guenda Goria: “Io come Clara Schumann: forte, fragile e romantica”
Sul palco dell’OFF/OFF Theatre di Roma Guenda Goria ha magistralmente interpretato Clara Schumann, concertista di fama mondiale, la cui storia è stata raccontata attraverso il testo di Giuseppe Manfridi e la regia di Maurizio Scaparro. Sul palco con lei anche Lorenzo Manfridi.

Sul palco di via Giulia Guenda Goria suona e recita nello stesso momento, con una facilità che disarma il pubblico e con cui, parola dopo parola, nota dopo nota, prende forma la storia di Clara Schumann, concertista di fama mondiale raccontata dal testo di Giuseppe Manfridi, di cui Guenda è pregevole ed elegante interprete diretta dalla regia del maestro Maurizio Scaparro.
In scena con Lorenzo Manfridi, la Goria non si risparmia e dona al pubblico una pièce dedicata alla pianista tedesca di cui si omaggiano l’opera e la vita, piene d’amore e di altrettante sofferenze per il marito compositore Robert Schumann.
Lo spettacolo, andato in scena all’OFF/OFF Theatre dal 25 febbraio al 1° marzo 2020, è stata l’occasione per conoscere più da vicino la figura di una donna tormentata dal profondo sentimento per il marito e che nella musica, ha trovato il suo vero rifugio per non impazzire.
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Per saperne di più, abbiamo incontrato Guenda Goria a cui abbiamo posto alcune domande.

Chi è Clara Schumann e cosa c’è di tuo in questo personaggio?
Clara è entrata in me con così grande forza che a volte il confine tra l’attrice e il personaggio si confonde. La sua forza, tenacia, abnegazione, ma anche fragilità, ed il suo estremo romanticismo, trovano profonde risonanze con il mio animo. È una grande donna ed è sempre struggente ed emozionante interpretarla.
La tua prima sinfonia che, da pianista, hai suonato e amato.
La “Romanza senza parole di Mendelssohn”. Era la preferita del mio papà.
A che età e per cosa ti sei esibita davanti a un importante pubblico per la prima volta?
Il mio debutto come attrice è stato con “La coscienza di Zeno”, di Maurizio Scaparro. Il Maestro mi scelse per il ruolo di Ada, accanto a Giuseppe Pambieri, anche perchè sapevo suonare il pianoforte. Fu una tournée di enorme successo. Da quel momento mi sono innamorata del teatro che oggi considero casa.
Recitazione, danza e pianoforte erano i tuoi interessi sin da piccola. Ma, arte a parte, cosa desideravi fare da grande?
Volevo diventare brava. Essere padrona di quello che facevo. Sono sempre stata molto studiosa, caparbia, e mi appassionavo a molte cose. Spero di poter continuare a creare e credo che non abbandonerò musica e teatro. Ma quello che succederà domani è ancora tutto da scoprire.
Nel tuo passato non solo arte, ma anche tanta televisione. C’è qualcosa per cui oggi ti piacerebbe candidarti?
Tale e Quale Show.
I tuoi prossimi progetti?
Mi piacerebbe continuare a raccontare storie di donne che si sono distinte per capacità performative ed esplorare altre arti, come la danza e il canto.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.