“L’ultima lezione” di Ermanno Rea – La recensione del libro
Last Updated on 01/04/2020
Ripubblicato di recente da Feltrinelli nella collana Universale Economica “L’ultima lezione. La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato” è il romanzo-ritratto che Ermanno Rea dedica alla scomparsa dell’accademico Federico Caffè.

Ripubblicato di recente da Feltrinelli nella collana Universale Economica “L’ultima lezione. La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato” è il romanzo-ritratto che Ermanno Rea dedica alla scomparsa dell’accademico Federico Caffè.
Leggi gli altri articoli “letterari” di Uozzart.com
La trama del libro
Pasqua 1987, alcuni giorni dopo. Nel momento in cui la notte cede il passo al giorno Federico Caffè lascia la sua casa romana, non vi ritornerà più. Più nessuno saprà nulla di lui. Lo cercheranno in tanti: parenti, allievi, amici. Nulla. Scomparso. Suicidio? Ritiro in convento? Le ipotesi si rincorrono e si definiscono, l’una escludendo l’altra, o più semplicemente sopravvivendo l’una all’altra.
Ma chi era Federico Caffè, professore di Economia Politica fuori ruolo dell’Università La Sapienza di Roma? Economista “disubbidiente”; teorico scontroso e problematico di un welfare state senza cedimenti a compromessi e clientele; “seduttore intellettuale” tutto dedito all’insegnamento e alla formazione dei propri allievi, Caffè è stato il fondatore di un gabinetto scientifico in grado di formare studiosi, ma soprattutto uomini, capaci di pensare l’economia non come aggressività di un mercato senza controlli, ma come sistema razionale in grado di garantire anche i più deboli. Quel giorno però Federico Caffè era soprattutto un uomo solo.
Il nostro commento
Ermanno Rea scrive un romanzo che, oltre ad essere un ritratto personale, è anche un affresco storico, ricostruendo con immediatezza e verità una vicenda personale ancora avvolta nel mistero, ma soprattutto un periodo della storia italiana in cui l’economia ha provato a pensare, se non progettare, un paese diverso.
Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1992 è uscito in seconda edizione nel 2008 con l’aggiunta della nota dell’autore dal titolo “L’economista che visse due volte”. Nel 2001 il regista Fabio Rosi vi si è ispirato per il film omonimo con l’interpretazione di Roberto Herlitzka nella parte di Federico Caffè.
Che fine avrà fatto Federico Caffè?
Bellissimo, scritto benissimo, il testo parla di economia politica come fosse un giallo psicologico, della vita di un uomo come una preghiera. Ci si domanda: che fine avrà fatto Federico Caffè? Avrà programmato il suo suicidio o semplicemente avrà deciso di farsi i fatti suoi lontano dal mondo conosciuto? Il libro indaga, propone ipotesi, non sceglie per il lettore che rimane libero di farsi un’opinione a riguarda.
Fra le pagine echeggia Leonardo Sciascia e la sua inchiesta sulla scomparsa di Ettore Majorana, il ragazzo prodigio della fisica italiana, dileguatosi in circostanze misteriose all’alba della seconda guerra mondiale. Ma, oltre Sciascia, Ermanno Rea ricostruisce un periodo storico prossimo che sembra dimenticato. Lo fa narrando la vicenda umana di uno studioso riformista, la sua solitudine esistenziale ed intellettuale, la sua integrità morale. Perché se Majorana temeva gli effetti di un cattivo utilizzo dell’energia atomica per l’umanità, Caffè si preoccupava di dare risposte alle problematiche universali della disoccupazione, della fame del mondo, della sussistenza.
Un profeta disarmato la cui lezione rimbomba ancora adesso se soltanto la si decide di ascoltare. Un professore universitario che è stato un soprattutto un formatore di anime. Un maestro di vita, per chi l’ha conosciuto. Un economista, con il coraggio di preferire l’uomo al gusto per politica, cifre e teorie. Un uomo di confine, tra scienza ed una personale spiritualità. Ma anche di studio, che ha fatto della ricerca, della forza di porsi domande e cercare risposte non banali, un metro di vita. Un uomo scomodo, anche per se stesso.

Chi è l’autore
Ermanno Rea, nato a Napoli il 28 luglio 1927, ha lavorato come giornalista per numerosi quotidiani e settimanali. Ha vissuto a Milano e a Roma. Ha pubblicato numerosi libri, spesso basati su inchieste o fatti di cronaca, come Il Po si racconta e L’ultima lezione, quest’ultimo ispirato alla scomparsa dell’economista napoletano Federico Caffè. A questi titoli ne seguirono diversi altri: La dismissione; Rosso Napoli: trilogia dei ritorni e degli addii; La comunista: due storie napoletane; Il caso Piegari: attualità di una vecchia sconfitta; Il sorriso di don Giovanni. I suoi lavori giovanili in ambito di fotografia e reportage sono stati raccolti da Feltrinelli nel libro 1960, Io reporter. Rea è stato inoltre vincitore del Premio Viareggio nel 1996 con Mistero napoletano, del Premio Campiello nel 1999 con Fuochi fiammanti a un’ora di notte e del Premio Brancati-Zafferana nel 2011 con La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani. Un altro suo romanzo, Napoli ferrovia, è stato finalista al Premio Strega 2008. Alle elezioni Europee del 2014 si è presentato come candidato capolista con la lista di Tsipras. Si è spento a Roma il 13 settembre 2016.
Scheda del libro
Titolo: L’ultima lezione. La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato
Autore: Ermanno Rea
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Anno edizione: 2019
Pagine: 260 p.
EAN: 9788807892769
Prezzo: € 9,50
Appassionati di arte, teatro, cinema, architettura, libri, spettacolo e cultura? Segui le nostre pagine Facebook, Twitter e Google News
Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.