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Da Saramago a Boccaccio, 5 capolavori della letteratura mondiale che parlano di epidemie

Cinque grandi libri da recuperare in questi giorni di quarantena: Cecità di José Saramago, La morte a Venezia di Thomas Mann, Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni, Il Decamerone di Giovanni Boccaccio e La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe

José Saramago, Cecità

Lo scrittore portoghese, nonché premio Nobel per la letteratura, lo pubblicò nel 1995. In questo libro i cittadini di una città mai nominata, smettono, d’un tratto, di vedere. Provocando la crisi dei rapporti umani e sociali. Il tema portante di questo scritto è l’indifferenza, che esplode sì nei giorni dell’epidemia, ma che era già presente, seppur nascosta. In un romanzo successivo di Josè Saramago, Saggio sulla lucidità, si ritrovano personaggi presenti in Cecità. Anche le trame sono legate, al punto che può esserne considerato “sequel”.

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Thomas Mann, La morte a Venezia

La morte a Venezia è il piccolo capolavoro dello scrittore tedesco Thomas Mann, pubblicato nel 1912. Celebrata anche dall’omonimo film del 1971 per la regia di Luchino Visconti. Lo scrittore, anche lui premiato con il Nobel, ambienta la vicenda a Venezia, fra il Lido dei grandi alberghi dei ricchi turisti russi e il centro storico provato da un’epidemia lenta ma letale. Ciò nonostante un delicato ma pericoloso amore combatte in tutti i modi la morte.

Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame

No, Alessandro Manzoni non ha parlato di peste soltanto nel celebre I Promessi sposi. Ha scritto, infatti, anche un saggio breve. Ci troviamo a Milano, durante la terribile epidemia del 1630, dove è in corso un processo contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un’accusa, ahimé infondata, da parte di una popolana. Tra soprusi e condanne, la casa-bottega di uno dei due venne distrutta. Come relativo monito venne eretta sulle macerie della stessa una “colonna infame”.

Giovanni Boccaccio, Il Decamerone

E’ il primo titolo che , probabilmente, vi sarà venuto in mente leggendo il titolo dell’articolo. Il Decamerone è una raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo, probabilmente tra il 1349, un anno dopo la peste nera in Europa, e il 1351-1352. È considerata una delle opere più importanti della letteratura del Trecento europeo, nonché uno dei capolavori assoluti della letteratura italiana. Il libro narra le avventure di dieci giovani, sette donne e tre uomini, che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera. Questi, a turno, si raccontano delle novelle di taglio spesso umoristico, con richiami all’erotismo di allora. Il Decameron fu anche raccontato cinematograficamente da Pier Paolo Pasolini e dai fratelli Taviani.

Edgar Allan Poe, La maschera della morte rossa

Il grande papà della letteratura horror pubblicò questo racconto nel 1842. Durante una terribile pestilenza, la Morte Rossa, il principe Prospero, uomo di animo felice e temerario, decide di ritirarsi insieme ad un migliaio di amici e cortigiani nel suo palazzo, così da evitare di contrarre il morbo. Dopo cinque mesi di isolamento, trascorsi con spensieratezza, il principe decide di indire un ballo in maschera. Durante questo compare una figura misteriosa, vestita di un sudario macchiato di sangue e una maschera che raffigura il volto di un cadavere…

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