Tre film diretti da donne (6): Babadook, Euforia e High Life
Last Updated on 19/06/2020
In questi giorni di “riposo forzato” vi consigliamo qualche film da vedere, rivedere, recuperare: dalle grandi registe ai film per la famiglia, fino ai classici dell’intrattenimento. Oggi Babadook, Euforia e High Life.

Nei consigli cinematografici di oggi una regista australiana ci terrorizza con l’uomo nero in Babadook, una regista italiana ci racconta il difficile rapporto tra due fratelli molto diversi in Euforia, mentre una regista francese ci porta nello spazio profondo in High Life.
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Babadook di Jennifer Kent
Opera prima della regista australiana Jennifer Kent, Babadook cela, sotto le spoglie del classico horror sull’uomo nero, un thriller psicologico profondo e appassionante. Amelia è una vedova che deve crescere da sola suo figlio Samuel, un bambino tutt’altro che sereno, convinto che ci sia un mostro che minaccia la loro esistenza, mister Babadook. Amelia non gli crede, ma pian piano la situazione cambia e iniziano ad accadere cose inspiegabili, sia in casa che dentro di lei. C’è davvero un mostro, o è la mente della donna che inizia a tradirla?
Euforia di Valeria Golino
La famosa attrice Valeria Golino, dopo anni passati davanti alla cinepresa, passa dall’altra parte nel 2013 con l’apprezzato Miele. Euforia è il suo secondo lungometraggio, che vede protagonisti Valerio Mastadrea e Riccardo Scamarcio. Ettore e Matteo sono fratelli, ma conducono vite totalmente diverse: Ettore è un professore tranquillo e riservato che vive in provincia di Roma; Matteo è un ricco pubblicitario che abita in un attico in centro e conduce una vita piena di eccessi. Quando Ettore si ammala di una malattia incurabile i due fratelli si riavvicinano, entrando ognuno nel mondo dell’altro.
High Life di Claire Denis
Autrice originale e di forte impatto, la frencese Claire Denis si cimenta per la prima volta con la fantascienza, ma sempre alla sua maniera. La storia è quella di Monte (Robert Pattinson, che continua a stupire, sia per le capacità, sia per le scelte coraggiose), un uomo che si trova solo, su una navicella spaziale, con una figlia da crescere. Ma perchè Monte si trova lì? Dove sta andando? Cos’è successo al resto dell’equipaggio? Con una serie di flashback e salti temporali l’appassionante e inquietante storia si dipanerà, tenendo lo spettatore incollato allo schermo.
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Mio padre è Andrej Tarkovskij, mia madre è Sarah Connor. Onnivora di cinema, ho imparato a memoria IMDB. Vorrei vivere dentro “L’Eglise d’Auvers-sur-Oise” di Van Gogh, essere fotografata da Diane Arbus e scolpita da Canova. Vorrei che Hemingway scrivesse di me, che Hendrix mi dedicasse una canzone e che Renzo Piano mi intitolasse un grattacielo. Per quest’ultimo sono ancora in tempo.
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