“Favolacce” dei Fratelli D’Innocenzo – La recensione del film
Vincitore a Berlino dell’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura, ma poi bloccato dal lockdown, esce ora on demand Favolacce dei fratelli D’Innocenzo con Elio Germano e la voce narrante di Max Tortora.

Tornano i fratelli D’Innocenzo, quelli di La terra dell’abbastanza, opera prima potente, che ha elevato immediatamente i due giovani allo status di “registi da tenere d’occhio”. E abbiamo fatto bene, a tenerli d’occhio, perché il loro secondo film, Favolacce, è un bellissimo calcio nei denti.
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La storia
Siamo nella profonda periferia romana, là dove la città svanisce e diventa campagna, dove la vita ha un ritmo diverso e il quartiere fa mondo a sè. In un piccolo quartiere residenziale vivono diverse famiglie e i loro figli non ancora adolescenti. La loro estate scorre lenta, svogliata, sotto un sole cocente, tra cene in giardino, bagni in piscine gonfiabili, cortesie tra vicini. Ma dentro quelle villette curate, coi giardini ben tosati, si nascondono frustrazione, rabbia, delusione, grandi e piccole violenze. E mentre i genitori sono alle prese con i loro problemi, i figli iniziano a fare progetti per conto proprio.

Una storia vera ispirata a una storia falsa
“Quanto segue è ispirato a una storia vera. La storia vera è ispirata a una storia falsa. La storia falsa non è molto ispirata” dice Max Tortora nell’introduzione del film. Il narratore ci racconta una favola nera, nerissima, leggendola da un diario di bambina trovato per caso, a cui lui stesso ha aggiunto parti, non sappiamo quali. E allora lo sguardo probabilmente già non molto sognante della bambina si sovrappone a quello cinico e pessimista dell’adulto, ed il risultato è tanto forte quanto destabilizzante.
Il nostro commento
Con Favolacce i fratelli D’Innocenzo smussano e correggono i peccati, seppur veniali, di scrittura e regia del loro primo film. Oltre agli ottimi attori adulti (Elio Germano su tutti, come sempre) il cast di giovanissimi è davvero notevole, e la regia attenta e precisa di questi piccoli attori porta a momenti davvero alti. Grazie a un occhio nuovo, moderno, radicato nel territorio ma dal respiro internazionale (penso alle scelte cromatice dei Safdie, ma anche ai bambini de Il Nastro Bianco), ma soprattutto grazie a una mano immediatamente riconoscibile, i cinema dei fratelli D’Innocenzo non è il solito “film di cassonetti” romani, sul disagio nelle periferie, ma è vero e proprio cinema d’autore.
Scheda del film
Regia: Damiano e Fabio D’Innocenzo.
Cast: Max Tortora, Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta, Ileana D’Ambra, Giulia Melillo, Lino Musella.
Genere: Drammatico.
Paese: Italia.
Anno: 2020.
Durata: 98 minuti.
Distribuzione: TIMvision.
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Mio padre è Andrej Tarkovskij, mia madre è Sarah Connor. Onnivora di cinema, ho imparato a memoria IMDB. Vorrei vivere dentro “L’Eglise d’Auvers-sur-Oise” di Van Gogh, essere fotografata da Diane Arbus e scolpita da Canova. Vorrei che Hemingway scrivesse di me, che Hendrix mi dedicasse una canzone e che Renzo Piano mi intitolasse un grattacielo. Per quest’ultimo sono ancora in tempo.