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Il discorso, la recensione del libro di Fabrice Caro

Last Updated on 29/09/2020

Caso letterario in Francia, arriva in Italia, pubblicato da nottetempo, “Il discorso” di Fabrice Caro, affermato autore di bande dessinée, al suo secondo romanzo...

Il discorso, secondo romanzo di Fabrice Caro, ha avuto un notevole successo in Francia, e approda ora in Italia, tradotto da Camilla Diez, per i tipi di nottetempo. Un adattamento cinematografico è previsto per la fine dell’anno.

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La trama

Adrien è a cena dai genitori, insieme alla sorella e al suo futuro marito. I due sono in procinto di sposarsi. Inaspettatamente ad Adrien arriva una richiesta: pronunciare un discorso il giorno delle nozze. L’invito lo spiazza, lo lascia senza parole; anche perché Adrien, in quello stesso preciso momento ha un problema ben più grave: un messaggio inviato alla sua ex ragazza, di cui è ancora perdutamente innamorato, visualizzato ma a cui sembra non esserci risposta. Questa doppia angoscia, cercare una scusa per evitare “il discorso” e l’incertezza e il pentimento per quel messaggino impulsivo porteranno Adrien ad una riflessione dolceamara sui suoi primi quaranta anni di vita.

Rimettere insieme i pezzi

Il discorso è un romanzo in cui ironia e malinconia sono dosate assai bene. L’io narrante, disincantato, eppure, in fondo, molto ingenuo e narciso, ripercorre le tappe dell’innamoramento e della rottura in un soliloquio che sa di autoanalisi; ma che è anche un atto di inconscia autoaccusa. Ma non solo: tutta la vicenda è una sorta di diario della fine della giovinezza; e allo stesso tempo un tentativo disperato di prolungarla il più possibile. Il protagonista tenta di rimettere insieme i cocci; quelli di una relazione finita, ma più in generale quelli di una vita non ancora adulta. In questo il romanzo ha un che di generazionale; e questo è il suo punto di forza. Diventa infatti una fotografia, anzi un autoscatto, spietato ma molto divertente, dei quarantenni (maschi) di oggi. Dall’inettitudine sentimentale (quasi alla Zeno Cosini) ai rapporti irrisolti con la famiglia, il ritratto è azzeccato; e il “limbo” dei quaranta, eternamente sospesi, è intelligentemente messo a nudo, e con esso forse un’intera categoria di uomini.

Il discorso e il monologo

Il monologo interiore, che a tratti sembra anche un monologo di stand-up comedy, è un punto di stile in più per il romanzo. E infatti la riuscita del romanzo sta sicuramente nella sua costruzione memoriale, e nella gestione del tempo: il tutto si svolge nella testa del protagonista nel breve tempo di una cena. L’innesco del monologo (la richiesta del discorso) fa partire una confessione in cui la sincerità non è richiesta: si mente prima di tutto a se stessi. E nonostante il tentativo d’autoanalisi il personaggio resta sempre un superstizioso che fa i conti col proprio fallimento, che si affida al caso pur di non riconoscerne il caos; che tenta una decostruzione che è una ricerca di assoluzione. E forse il senso ultimo è proprio questo: l’impossibilità di decostruire il proprio sé è, per il maschio moderno, il motivo principale della sua crisi. La costante (auto)ironia però mitiga la malinconia di fondo che caratterizza la storia; e questo sguardo fornisce forse la chiave di lettura finale, e forse anche una via d’uscita.

Scheda del libro

Titolo: Il discorso
Autore: Fabrice Caro
Editore: nottetempo
Anno: 2020
Pagine: 204
ISBN:  9788874527922
Prezzo: 16 euro.

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